La Regione Emilia-Romagna e a pochi minuti di distanza, anche il Comune di Bologna, hanno annunciato l’interruzione di “ogni forma di relazioni istituzionali con il governo di Israele”. Il primo ad annunciare la misura è stato presidente Michele de Pascale e del sindaco di Bologna Matteo Lepore. Entrambi chiedono di interrompere “i rapporti anche con tutti i soggetti riconducibili al governo che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fine al massacro in corso, fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato”.
L’Emilia-Romagna ha in corso, da anni, numerosi progetti di cooperazione con realtà israeliane. La decisione di de Pascale segue quella di Michele Emiliano, governatore della Puglia e a stretto giro è arrivata anche l’adesione di Rimini, col sindaco Jamil Sadegholvaad. La decisione dell’Emilia-Romagna, scrive de Pascale, è stata assunta “a fronte delle gravissime violenze in atto nella Striscia di Gaza, che continuano a colpire duramente la popolazione civile, e in considerazione del procedimento avviato dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità“.
Il messaggio di Matteo Lepore è più o meno dello stesso tenore: il sindaco di Bologna lo chiude con un punto inamovibile: “Fermate il governo di Israele, Save Gaza. Vi aspettiamo il 15 giugno prossimo alla marcia da Marzabotto a Monte Sole”.
(1 giugno 2025)
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