di Paolo M. Minciotti
Da Bologna il Rivolta Pride è riuscito dove nessuno era riuscito prima: dire a un’associazione di poliziotte e poliziotti LGBTI di non partecipare al giochino annuale (privato?), perché “nelle forze dell’ordine c’è ancora un problema di pregiudizio e sessismo” mentre invece all’interno dell’organizzazione del Rivolta Pride tutto va bene. Almeno secondo loro.
Chi sono questi qui per dire chi può esserci e chi no e secondo quali canoni? Cinquant’anni di lotte per l’uguaglianza cosa hanno insegnato a questi qui? A discriminare chi lotta per le stesse libertà personali da posizioni diverse? A puntare il dito inquisitore a guisa di Inquisitore, contro l’oggetto della discriminazione scelto per il momento? Questa puzza sotto il naso di chi si erge a colui che decide chi è degno e chi no a questi qui, chi gliel’ha insegnata?
Dai Pride vanno cacciati i fascisti, anche quelli interni all’organizzazione che si sentono, magari, libertari e non le amiche e gli amici di Polis Aperta che in divisa e in ufficio e per la strada e coi superiori ci mettono la faccia tutti i giorni (e difendono, come tutori dell’ordine, anche quelli che non li vogliono ai Pride). E’ una peccato. Anzi più che un peccato è una vergogna. Il 25 mi ero tenuto libero per fare un salto a Bologna. Me ne starò a casa.
Sopravviveranno certamente i tutori dell’ordine superiore LGBTIQA+ del Rivolta Pride che decidono chi deve partecipare alla marcia dei giusti – quelli che scelgono loro sulla base dei loro pregiudizi – e come.
Disgraziatamente non sopravviverà la dignità dell’accoglienza di tutte e tutti che è morta con il “No” a striscioni e divise di Polis Aperta e l’imposizione di partecipare in modo anonimo al pride bolognese. Non è nemmeno la prima volta che si apre un fronte simile: è proprio Polis Aperta a ricordare che al pride di Bologna 2020 la stessa sorte toccò dall’Associazione Plus – Persone LGBT+ Sieropositive. Insomma davvero una grande Rivolta. Proprio una rivoluzione. Al contrario. Fossi nel sindaco Lepore direi due parole… E le direi in fretta.
(23 giugno 2022)
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