di Daniele Santi, #Lopinione
Dunque l’illiberalismo sovranista che parte da Salvini per arrivare a Meloni con tappe a Varsavia, Mosca e San Pietroburgo e facendo scalo in Slovenia, in Italia parte da Piacenza per transitare da Bologna?
Sembrerebbe proprio di sì avendo la destra illiberale italiana, (la stessa che grida al lupo contro le misure di Macron, che invece i suoi elettori apprezzano in maggioranza), dato prova di cosa sia realmente la sua politica, in due recentissime occasioni.
Due gli episodi: la scure neosovietica abbattutasi dall’assessore leghista di Piacenza su uno spettacolo di Drag Queen e quindi l’identificazione di barista e lavoratori di un chiosco che, a Bologna, hanno avuto l’ardire di suonare “Bella Ciao” durante la presentazione-comizio del libro autobiografico della leader Meloni, a Bologna nei giorni scorsi. All’appello mancano i roghi.
Prosegue così, dietro le poco credibili facce istituzionali, il tentativo di far scivolare l’Italia verso l’Ungheria di Orbán e l’illiebralismo anti-tutto di Vladimir Putin con contorno di Polonia e Slovenia e firme di manifesti illieberali e omofobi contro l’UE. Il tentativo passa, naturalmente, anche dall’Emilia-Romagna dove la destra estrema è già stata fatta a pezzi da Stefano Bonaccini alle scorse elezioni, quando tutti lo davano per morto.
(17 luglio 2021)
©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata