di Redazione #Lugo twitter@rimininewsgaia #Romagna
Apprendiamo con stupore delle dimissioni di ieri 27 novembre da presidente dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna del sindaco Davide Ranalli che, era stato eletto solo qualche mese fa, perché secondo quanto apparso sulla stampa sosterrebbe di dover privilegiare il rapporto con i cittadini di Lugo e che in ragione di ciò non potrebbe svolgere il ruolo di coordinamento delle attività dell’Unione e dei Comuni che lo compongono legato al ruolo di Presidente mancando così il suo intento di dare alla comunità una maggiore unità dei territori.
Poiché nulla è mutato nei ruoli e nelle persone dei Sindaci che compongono la giunta dell’Unione dal momento della nomina, perché questa scelta in netto contrasto con il trionfale discorso di insediamento che Ranalli pronunciò? Noi del Partito Della Rifondazione Comunista della Bassa Romagna ci domandiamo: ci sono altre motivazioni per questo abbandono repentino della presidenza e quale sarà il futuro dell’Unione se la situazione è tanto difficile da governare?
A questo proposito vorremmo tornare a sottolineare la scarsa vicinanza dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ai cittadini sia dal punto di vista del funzionamento tecnico sia da quello politico, nonché i gravi limiti di un sistema di rappresentanza di secondo livello, inadeguato ad esprimere la complessità del quadro politico dei nostri territori, che ha prodotto mutilazioni alla rappresentanza plurale escludendo forze politiche radicate sui territori e a questo punto incapace anche di governare eventuali contrasti tra la maggioranza di governo dell’Ente. Queste dimissioni repentine e le schermaglie politiche conseguenti di difficile risoluzione non aiutano la credibilità istituzionale dell’Ente.
Auspichiamo che il prossimo presidente dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna comprenda la necessità di coordinare le attività in modo sereno e proficuo per i cittadini e per i Comuni membri, altrimenti è prevedibile che si apriranno a breve inediti e preoccupanti scenari per il futuro dell’Unione stessa.
(29 novembre 2019)
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