Riceviamo in redazione il comunicato stampa della Federazione di Ravenna di Sinistra Italiana che annuncia come, nei prossimi giorni, sarà impegnata in un volantinaggio, in molti comuni della provincia per informare i cittadini sui decreti Minniti-Orlando.
“Come stiamo anche vedendo in questi mesi”, recita il comunicato, “riteniamo che questi decreti sdoganino l’uso della violenza per reprimere ogni dissenso, o modello sociale alternativo, mascherandola con una lotta all’illegalità. Sulla gestione dell’immigrazione siamo arrivati ai lager in Libia finanziati da noi, come dice Sami dell UNHCR: “Le politiche che si limitano a fermare flussi sono immorali e inutili. Sull’integrazione l’Italia non ha una strategia”. Il volantinaggio si terrà al mercato di Faenza, poi il 7 ottobre a Bagnacavallo ed il 14 a Lugo.
Il comunicato stampa si sofferma poi su quella che SI definisce “mano libera a sindaci e prefetti, i quali possono mandare poliziotti armati in tenuta anti-sommossa causando feriti e danni, come ad esempio a Bologna dove il centro sociale Làbas viene sgomberato con la forza. Il centro aperto a tutte le persone si occupa di lotta alla miseria, esclusione, razzismo, precarietà, devastazione ambientale e culturale o ciò che è successo a Roma durante lo sgombero di Piazza Indipendenza che “finisce in mattanza perché non si è provveduto in tempo a trovare sistemazioni adeguate per le persone”.
Sinistra Italiana sottolinea ancora:
- Il vergognoso accordo con uno dei governi libici denominato ‘Controllo del flusso migratorio’ in realtà è la creazione di campi di detenzione per chi scappa da guerre e miseria, a nostre spese con fornitura di armi e mezzi.
- Il Governo con alcuni media ha criminalizzato le ONG insinuando nell’opinione pubblica l’esistenza di una complicità con i trafficanti.
- I “codici di condotta”, la presenza di forze armate a bordo e la continua minaccia della guardia costiera libica, ha impedito di fatto alle ONG di svolgere le loro mansioni.
- Lontano dagli occhi non vedremo le condizioni disumane dei migranti, come già facciamo con la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni in Africa, e con scenari di guerra in Etiopia, Somalia, Sud Sudan e Nord Kenia.
“In questi e in altri stati”, conclude la nota stampa, “continueremo i nostri affari, vendendo armi e sottraendo risorse come metalli preziosi, petrolio e gas a beneficio di grandi Banche e colossi come Eni e Finmeccanica”.
(15 settembre 2017)
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