di Vittorio Lussana, twitter@vittoriolussana
Gli italiani sono divenuti un popolo di rimbambiti, ormai regrediti allo stadio puerile della loro esistenza, invidiosi e schiamazzanti sino all’ubriachezza molesta. Il vero problema di fondo dello ‘ius soli’ era semplicemente il fatto che, per una volta, non si trattava di un’idea proveniente dagli ambienti ‘pseudoliberali’ di casa nostra, che ne avrebbero discusso per decenni senza mai approvarla. Al contrario, era un’intuizione di sinistra, ‘lanciata’ dal sottoscritto nell’autunno del 2010 durante una delle mie trasmissioni radiofoniche di successo. Sin dall’inizio, in molti si sono ritrovati ‘scavalcati’ proprio sul terreno della cultura liberale: una filosofia che gli italiani amano praticare di nascosto, per non essere costretti a sollevare questioni di principio, secondo una concezione della libertà individuale totalmente sganciata dall’interesse generale, che qui da noi deve sempre e solamente rimanere sulla ‘carta’. Ecco perché ci ritroviamo con una popolazione così provinciale, la quale, in privato, va con chiunque, mentre in pubblico ama assumere atteggiamenti di santità cattolica, con tanto di aureola in testa. E’ tutto ‘finto’, qui da noi: mero atteggiamento, pura immagine. La sinistra era riuscita, vivaddìo, a proporre un nuovo diritto, degno di rilievo. E subito sono scaturite le invidie di gente che non verifica mai nulla, che parte subito in ‘quarta’ con pregiudizi retorici e luoghi comuni di una banalità agghiacciante. Si è persa ogni sana abitudine a ‘mediare’, come se un accordo qualsiasi tra le parti fosse, sempre e comunque, un qualcosa di disdicevole o sconveniente: il nostro stesso diritto privato si basa, quasi per intero, su negozi giuridici e contratti tra due o più parti. Siamo ormai di fronte a una vera e propria regressione antropologica, che non solo non è stata in alcun modo contenuta, ma che la televisione e buona parte del mondo dell’informazione hanno addirittura ‘cavalcato’ per ragioni di audience, numeri di ascolto, diritti commerciali e altre venalità di questo genere. Un popolo divenuto, al contempo, gretto e superficiale: gretto, poiché ogni cosa viene regolarmente ‘appiattita’ e misurata su di un piano esclusivamente quantitativo o pecuniario; superficiale, perché nessuno verifica le notizie di cui dispone o entra in possesso. Tanto per narrare un aneddoto personale, da pochi giorni sono riuscito a liberarmi da una lunga diatriba, durata 3 anni, con il condominio dello stabile in cui attualmente risiedo, il quale mi aveva obbligato “all’unanimità” (così recitava un ridicolo verbale di assemblea, inviatomi per posta) a mantenere puliti e in ordine i tombini delle mie terrazze, affinché nulla ostacolasse il defluire delle acque nei giorni di pioggia. Giuro sul Padreterno, il quale può tranquillamente ‘fulminarmi’ in questo preciso istante, che per tre lunghissimi anni ho ripetutamente specificato che il problema non erano i tombini, bensì i tubi di scarico, ormai intasati da fango, terriccio e radici di piante le quali, aggrovigliandosi, col tempo avevano formato dei veri e propri ‘tappi’ a tenuta praticamente stagna. Ostruzioni, peraltro, che ho liberato io stesso in due minuti netti, infilando semplicemente un braccio ed estirpando le ‘erbacce’ cresciute in 30 anni di manutenzione inesistente. Nelle teste ‘bacate’ degli ‘stronzi all’unanimità’ non si riusciva a far ‘passare’ il solo e unico elemento di ‘sostanza’ della questione: il problema non erano i tombini, ma i tubi. Al contrario, vecchiacci decrepiti e ‘befane fasciste’ insistevano nel volermi imporre un ruolo da ‘piantone-tombino’: malimortaccivostri! A causa dei Paragone e dei Giletti si è diffuso, in questo già devastato Paese, un ‘superomismo’ straccione e miserabile, che ha finito col trasformare in un eroe della società moderna non Batman o l’Uomo Ragno, bensì il ‘Riparatore di biciclette’. Un popolo in delirio di onnipotenza, che ‘giggioneggia’ intorno ai problemi anziché affrontarli direttamente, per non doversi mai assumere alcuna responsabilità, nemmeno quella di concedere la cittadinanza automatica a dei bambini venuti alla luce sul nostro territorio: un evento che, già di per sé, è una ‘disgrazia’ per definizione. Veramente si sta cercando qualcuno in grado di governare decentemente questo Paese? Ebbene: sia chiaro sin d’ora che questo non è un lavoro da Superman, bensì per ‘Riparatore di biciclette’.
(19 luglio 2017)
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