di G.G.
A Reggio Emilia muore un bambino di 12 anni di origini pakistane. Annegato. Un demente da social, preda del suo essere nulla e del nulla che lo pervade, decide di suicidarsi in vita postando un commento che recita “Per fortuna che l’hanno trovato morto, sennò ci toccava mantenerlo”. Un commento che fa orrore. L’uomo ha 37 anni e vive nel modenese. Si scusa, sollecitato da una telefonata della Gazzetta di Reggio che mai avremmo voluto ricevere. La cui trascrizione mai avremmo voluto leggere. L’ometto si è eletto simbolo dell’odio razziale. Eserciti formati da altri dementi da tastiera, anche loro ometti, lo hanno preso di mira, insultato, gli hanno augurato la morte, hanno offeso la sua famiglia, il nulla che lui è e rappresenta. Succede quando uno se la va a cercare. Ora un’anima buona raccolga questo pover’uomo vittima della sua ignoranza e lo aiuti. Ne avrà bisogno.
E qualcun’altro, invece di inveire, preghi per questo 12enne morto troppo presto, se ha la fede per farlo, sennò cominci a pensare che di fronte alla morte ci vogliono rispetto e silenzio. E cominci a praticare silenzio e rispetto pensando almeno una volta al giorno che tutti noi che stiamo qui a scriverci e leggerci addosso su strumenti che ci fanno scambiare la vita da social con quella reale, prima o poi non ci saremo più e saremo nient’altro che mucchietti d’ossa che hanno contenuto, in troppi casi, un inutile cervello.
Ci pensi l’operaio delle pulizie che dal modenese ha scatenato il suo odio idiota contro un bambino annegato e ci pensino gli altri che con uguale odio idiota hanno bombardato questo incosciente.
Tutto il resto lo affidiamo alle parole del direttore della Gazzetta di Reggio che postiamo grazie ad uno screenshot, e che in mezzo a questo schifo è riuscito a trovare parole di umanità. per questo, va ringraziato.
Se questo paese è fottuto è colpa dell’ignoranza spaventosa di troppi dei suoi cittadini, non dei politici che questi incolpano.
(18 luglio 2017)
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