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Maurizio Landini, “Il governo non riconosce le parti sociali”. E non va all’incontro a Palazzo Chigi

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di Giancarlo Grassi

E’ difficile dare torto a Landini quando dice che il governo “non riconosce le parti sociali”, e ne fa una questione politica. La questione è che nemmeno noi riconosciamo più le parti sociali, e non ci sembra che Landini stia facendo un grande lavoro rifiutandosi di partecipare all’incontro tenutosi nel pomeriggio tra governo e parti sociali e Palazzo Chigi. Se l’incontro c’è stato tocca decidersi: o Palazzo Chigi non riconosce le parti sociali, e allora non le convoca, o le riconosce e le convoca. L’ascolto della parti sociali, sia detto con rispetto, dipende anche dalle proposte che vengono messe sul tavolo. E mi fermo qui.

Da ex elettore di sinistra che ha smesso di votare dai tempi nemmeno troppo lontani in cui quella sinistra, o centrosinistra che dir si voglia, ha votato tutto quello che di sinistra non era, mi permetto di dire che comprendo il governo che “non riconosce le parti sociali” perché è almeno dal 2016 che non le riconosciamo nemmeno noi, uso il plurale perché fa tanto stragnocca. Non trovo nemmeno furbissimo che Landini si sieda sul trespolo e decida di non andare all’incontro unendosi alla lunga lista di regine sdegnose e sdegnate che non parlano con quello per questo e quell’altro. Sembra un asilo infantile.

Poi però le parti sociali a Palazzo Chigi c’erano, oltre al Governo, rappresentate da Christian Ferrari per la Cgil, Luigi Sbarra per Cisl, Domenico Proietti per Uil, Francesco Paolo Capone per Ugl, Francesca Mariotti per Confindustria, Giovanni Sabatini per Abi, Maria Bianca Farina per Ania, Giacomo Basso per Casartigiani, Claudio Giovine per Cna, Marco Granelli per Confartigianato, Lino Enrico Stoppani per Confcommercio, Nico Gronchi per Confesercenti, Ettore Prandini per Coldiretti, Massimiliano Giansanti per Confagricoltura, Tommaso Battista per Copagri, Marco Mingrone per Alleanza Cooperative Italiane, Angelo Raffaele Margiotta per Confsal. C’era anche il governo che aveva appena smesso di sbraitare che sono loro a fare le leggi e la magistratura deve applicarle.

E mentre consideriamo quanto veloce sia stato il nostro trasferimento in Ungheria (e non ce ne siamo neanche accorti), scopriamo che la ragione per cui sua maestà Landini non è andato all’incontro con vassalli e valvassori meloniani è perché partecipare a un “incontro che durerà un’ora e mezza a cui sono invitate 17 associazioni, cui seguirà un altro incontro con altre 17 associazioni. Ci convocano di venerdì sera e lunedì c’è il Consiglio dei ministri sulla manovra”, lo fa sentire un servo della gleba che non ha avuto risposte a richieste di incontro inoltrate ad agosto. Pensa come si sentono gli operai che lavorano sempre di più e sempre peggio (e un po’ di responsabilità in quella storia lì ce l’hanno anche le parti sociali che il governo “non riconosce”)…

 

 

(13 ottobre 2023)

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