di Daniele Santi, #Lopinione
Vede Sig. Ministro, la differenza tra chi ha veramente a cuore i cittadini e le materie di cui si occupa, e chi apre bocca per fare stare zitti coloro che legittimamente chiedono spiegazioni, date e quando potranno ricominciare a lavorare, sta nelle risposte. Se un uomo con le Sue responsabilità istituzionali, Sig. Ministro, lancia al vento un “riaperture dei teatri il 27 marzo nelle zone gialle”, sapendo benissimo che zone gialle non ce ne saranno, c’è qualcosa che non va.
Non va nelle percezione del ruolo istituzionale che si riveste, nel potere del quale si ritiene di essere investiti, nella relazione con i cittadini, nella presa di coscienza della difficoltà che i lavoratori dello spettacolo stanno vivendo, nella capacità di trovare spazio – tra i milioni di richieste di assistenza – per risposte certe, chiare, che siano anche elemosine, ma che ci siano. Lei ha dimostrato, Sig. Ministro, che al di là della frasi di circostanza, dello stato delle cose sembra non interessarle granché; risposte puntuali, ad orologeria, con ben poca empatia e la stessa comprensione che si riserva al figliolo rompimaroni che continua a chiedere la stessa cosa: “ho la pipì, ho la pipì”, quando bisogna interrompere il burraco per portarlo in bagno.
Non ci aspettavamo niente, da queste parti, e niente abbiamo avuto. Faremo da soli anche in futuro, con la consapevolezza che l’indipendenza, in un pase in cui si pensa ad esercitare solo il potere anche quando la gente non ne può più e ci si trova in mezzo ad una catastrofe umana, sociale e culturale, avendo il proprio stipendio salvaguardato, è l’unica salvezza.
Un’indipendenza che ci auguriamo anche Lei, Sig. Ministro, trovi presto: emancipandosi da lei stesso dopo un anno d’inferno in cui tutti noi, e sicuramente anche Lei, abbiamo imparato qualcosa.
(27 marzo 2021)
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