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O di quelli che rischieranno la fame perché il popolino si accaparra gli alimenti

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di Giovanna Di Rosa #Lopinione twitter@bolognanewsgaia #Faenza

 

Questo pomeriggio mi trovavo in tabaccheria per l’acquisto di alcuni biglietti per il trasporto pubblico ed ascoltavo la simpatica gerente ed un suo cliente obeso, è una fatto non una presa in giro, lamentarsi delle misure dei presidenti di Regione e del Governo sulla questione Coronavirus, a loro dire misure draconiane che non andavano prese, perché apri uno spaccio e sei onnisciente.

L’uomo, con evidente problemi alimentari, si lamentava soprattutto di coloro che inveiscono contro il popolino imbruttito e terrorizzato che ha preso d’assalto i supermercati svuotando gli scaffali, e lasciando chi arriva dopo senza cibo, tirando naturalmente in ballo i figli, perché “se hai figli gli devi dare da mangiare” (e non insegnargli a consumare il necessario e a non comprare più di quello che serve per sopravvivere).

Il mio primo pensiero, perché purtroppo io non sono buona, è stato che questa deficienza ambulante che sembra essere diventato il mio paese, si merita di essere preso per il culo dai politici che vota… perché in fondo quando governi gente che non capisce nemmeno i proprio sproloqui e abbocca al primo amo che vede penzolare, cosa vuoi stare a spiegargli?

Poi le cose stanno naturalmente molto diversamente, ed assai peggio di quanto io stessa ritenga. In realtà, e lo si nota soprattutto in queste situazioni, le persone non vogliono sapere come vanno le cose, sono divorate dalla paura preventiva, non vogliono vedere la realtà, non voglio conoscerla, non vogliono agire su di essa.
Vogliono che altri risolvano loro i problemi e che li risolvano, badate bene, esattamente come essi pensano. Quindi, in ultima analisi, “Vogliono una vita tranquilla e la coscienza a posto, e non hanno diritto né all’una né all’altra” [cit.], così tutto ciò che faranno, invece di capire che il virus che tanto li spaventa è, in questo momento, assai meno pericoloso di qualsiasi tipo di influenza in circolazione ad ogni inverno, sarà continuare a riempire i loro carrelli di inutili vivande che marciranno in frigoriferi troppo pieni o supereranno la data di scadenza senza essere consumati, pensando di fare la cosa giusta e, peggio ancora, di farlo per i loro figli.

Perché esistono solo loro. Loro e i loro figli.

E se chi deve comprarsi qualcosa dopo che l’orda di cavallette impazzite è passata non trova più nulla, che muoia di fame. Io, che ho famiglia, ho diritto di mangiare. And fuck the world!

 

(24 febbraio 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 

 

 

 

 




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