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Giorno della Memoria, seduta solenne del Consiglio comunale. Le parole del sindaco Merola

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di Redazione, #Bologna twitter@bolognanewsgaia  #GiornodellaMemoria

 

Nella mattinata di lunedì 27 gennaio il Consiglio comunale si è riunito in seduta solenne in occasione del Giorno della Memoria. Il Sindaco Virginio Merola è intervenuto in chiusura. Riportiamo di seguito il suo intervento.

Un caro saluto a tutti i presenti, alle autorità civili e militari, un saluto al presidente della Comunità ebraica – De Paz -, al signor Rabbino, un caro saluto a voi care ragazze e cari ragazzi.
Grazie per la vostra attenta partecipazione e insieme a voi ringrazio anche l’attore e il regista per questo evento che abbiamo realizzato insieme che ci ha ridato la freschezza della parole di Primo Levi. Credo che questo appuntamento di oggi sia importante per la vostra formazione, ragazzi, ma credo che sia importante perché dobbiamo chiederci chi porterà testimonianza.

Primo Levi ci ha lasciato. Altri, come natura vuole, ci hanno lasciato e ci lasceranno, quindi diventa molto importante dirci che porterà testimonianza chi avrà studiato la storia. Diventa sempre più importante l’impegno delle istituzioni, tutte, per ridare centralità all’insegnamento della storia nelle nostre scuole. Io vi ringrazio perché state testimoniando l’importanza dello studio della storia nelle nostre scuole. Infatti è importante ricordare, ma ricordare non solo per noi stessi, per la nostra formazione, ma perché la vita quotidiana ci richiede spesso di non essere indifferenti e di prendere parte. Non di essere faziosi ma di prendere posizione di fronte ai soprusi, di fronte alle offese, di fronte all’antisemitismo che in Europa, ahimè è tornato, e di fronte al razzismo.

La memoria dello sterminio degli ebrei è quindi un nostro impegno civico nel presente. Dobbiamo prenderne atto, non è finita, bisogna continuare in questo impegno consolidando le istituzioni democratiche e consolidando la coscienza civica del nostro paese che in larga parte è affidata a voi, care ragazze e cari ragazzi. Voi avete l’attore impersonare Primo Levi. Questo dobbiamo fare, avere attenzione alle parole. Le parole possono essere pietre, possono essere offensive. Ma le parole possono anche essere cura, attenzione all’altro e convivenza. Dobbiamo impersonare, non dobbiamo aver paura della parola persona che come sapete deriva dal greco e significa maschera. Mettiamoci una maschera prima di far nascere il nostro sentimento e il nostro rancore perché è molto più importante come usiamo le parole e come sappiamo interpretarle nel nostro dovere di essere cittadini che hanno diritti ma hanno anche doveri. Penso che lo studio del passato sia indispensabile per capire il presente.

Come ci spiegheremmo, care ragazze e cari ragazzi, che pochi giorni fa nello stato di Israele è stato festeggiato il censimento. Cioè hanno festeggiato il fatto che per la prima volta la popolazione ebrea ha superato i sei milioni di abitanti. E’ comprensibile se uno studia la storia. Oggi qui ricordiamo sei milioni di ebrei massacrati dal nazismo e dal fascismo. E quindi è molto importante comprendere le specificità di un popolo che è stato sempre perseguitato nella sua storia ma che è un popolo che con orgoglio chiede di potere dare il proprio contributo alla storia dell’umanità. Lo sta dando.

Nella nostra comunità bolognese molto dobbiamo alla cultura ebraica anche nella nostra città. Gli ebrei nel nostro paese sono solo 24mila, io guardo la demografia anche per la mia città. E credo che sia molto importante anche l’impegno che ci mettiamo nel tramandare e nel far vivere una cultura molto importante per la storia del nostro paese. Gli italiani ebrei sono italiani ebrei. Quando si discute dello stato di Israele si può essere d’accordo o meno sulle posizioni del governo di turno ma gli italiani ebrei ci tengono ad essere italiani oltre che solidali con lo stato di Israele. Bisogna saper distinguere, bisogna saper analizzare. Noi sappiamo che durante il fascismo quasi la maggioranza della popolazione ebraica aderì al fascismo come gli italiani. Molti diedero la vita nella prima guerra mondiale. Poi cosa accadde. All’improvviso con le leggi razziali furono allontanati improvvisamente quelli che studiavano ed erano nei banchi con noi, quelli che erano medici negli ospedali o insegnanti all’università. Nella mancanza di reazione complessiva di un popolo. Io sono convinto che al di là delle leggi c’è sempre, come ci ha ricordato Primo Levi, il sentimento delle persone buone e oneste. Ma noi dobbiamo sapere anche come bolognesi, e scusate la severità, che anche qui non si reagì. E si lasciarono isolate queste persone verso il destino che le attendeva.

Quindi possiamo migliorare, la storia della repubblica ci ha insegnato che siamo migliorati. A voi ragazzi chiedo di aiutarci a migliorare e semplicemente quando uno offende gli ebrei ricordatevi del fatto che è un caso unico, ahimè, nella storia, oltre alle tanti croci del popolo ebraico. E’ irripetibile il fatto che si è deciso di sterminare una popolazione in quanto ebrea, non per altro. Questo purtroppo fa la differenza rispetto a tutti gli altri stermini fatti da altre dittature. Siamo chiamati a comprendere che non può assolutamente ripetersi l’ingresso del disumano nella vita umana, in modo anche organizzato. Impariamo a distinguere e impariamo a rispettare quello che è scritto nel gonfalone del Comune di Bologna: libertà. E la libertà fa rima con responsabilità, altrimenti è scelta di servire qualcuno o puro egoismo. Grazie.

 

 

(27 gennaio 2020)

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