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Trovare fra le carte del padre scomparso da poco le tracce di una vita sconosciuta, che portano fino a un lager nazista e a una strage. “La fisarmonica verde” è il racconto di una storia vera: quella della scoperta fatta da Andrea Satta, fondatore dei Têtes de Bois, che è così partito per un incredibile viaggio nella memoria, e quella di suo padre, prigioniero politico nel lager di Lengenfeld, dove ha assistito a una strage. Ne è nato uno spettacolo-concerto dove l’emozione personale si fonde con la rievocazione storica. L’appuntamento è a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; info: www.teatridivita.it, 333.4666333) sabato 19 ottobre 2019, alle ore 20, a inaugurazione della stagione autunnale 2019 di Teatri di Vita.
Lo spettacolo è scritto da Andrea Satta, che è in scena con Angelo Pelini al pianoforte, diretti da Ulderico Pesce, con le musiche dei Têtes de Bois.
La stagione di Teatri di Vita è realizzata in convenzione con il Comune di Bologna e con il contributo della Regione Emilia Romagna, della Fondazione del Monte e della Fondazione Carisbo.
Una fisarmonica verde smeraldo, un cappotto russo, la denuncia di una strage in un lager nel 1945, e una manciata di 45 giri di canzoni degli anni 60. Un vero rebus che accompagna un figlio alla scoperta della storia segreta del padre dopo la sua morte. Un viaggio di scoperte ed emozioni, dalla Sardegna alla Germania e oltre.
La fisarmonica verde racconta la seconda Guerra Mondiale attraverso il recupero del rapporto tra un padre, Gavino “Esse”, di origine sarda, che è stato internato in un campo di concentramento in Germania, e il figlio Andrea che, mosso dal desiderio di capire il padre, cerca, dopo la sua morte, di ricostruire i momenti salienti della vita in base agli oggetti ritrovati. Una storia vera, la storia di un uomo normale, mica un eroe. Uno che partì in guerra perché si doveva partire e che tornò anche se era difficile tornare e, tra andare e svenire, ingoiò momenti di tragedia assoluta e sputò straordinario coraggio.
Andrea, tra gli oggetti, scopre un documento firmato da suo padre e da altri soldati internati politici del campo di concentramento di Lengenfeld. E’ la denuncia di una vera e propria strage commessa da Joseph Hartmann quando decise il 14 aprile 1945, di chiudere in una baracca di legno un centinaio di internati politici. Lengenfeld è il nome del campo nazista in cui Gavino “Esse” ha trascorso due anni della sua vita come prigioniero politico internato militare (furono oltre 600.000 gli italiani a cui toccò questa sorte). Quel documento spinge Andrea a sapere di più. Decide allora di andare a visitare i luoghi di origine di Gavino: Luogosanto, la Gallura… la Sardegna. I ricordi diventano più precisi, i racconti della guerra più chiari. Veramente un’avventura incredibile, quella di uomo normale.
La canzone Lengenfeld è il tema sonoro dello spettacolo che parla di diritti umani attraverso un racconto dal vero.
Andrea Satta è il cantante dei Têtes de Bois e, ogni giorno, fa il pediatra nella periferia romana. Questo mondo di cose concrete, bellissime, a volte difficili, gli ha consentito di mantenere un rapporto con la vita reale che ne caratterizza l’opera e la fantasia.
(13 ottobre 2019)
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