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Teatri di Vita #Inscena Bebo Storti, fascista mai pentito in “Mai morti” dal 12 al 14 aprile

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di Redazione #Bologna twitter@gaiaitaliacomlo #teatridivita

 

 

Bebo Storti torna a indossare i panni del vecchio camerata della Decima Mas di “Mai morti”, uno spettacolo che da anni attraversa l’Italia coniugando la memoria passata del fascismo con le inquietudini per i segnali di un presente carico di troppi nostalgie per il ventennio. Infatti, il protagonista di questa punta di diamante del teatro civile, scritta da Renato Sarti, è un nostalgico, mai pentito, del fascismo. L’appuntamento è a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; www.teatridivita.it), giovedì 12 e venerdì 13 aprile alle ore 21, e sabato 14 aprile alle ore 20.

“Mai morti” conclude la stagione antifascista di Teatri di Vita intitolata “Di tutta l’erba 1 fascio”, realizzata in convenzione con il Comune di Bologna e con il sostegno della Regione Emilia Romagna e della Fondazione del Monte.

Mai Morti è una “affabulazione nera” che fa discutere, arrabbiare, divide, emoziona e commuove. Con una scrittura evocativa, Renato Sarti ripercorre la nostra storia recente attraverso i racconti di un fascista mai pentito. È dato a Bebo Storti il difficile compito di dar voce a questo nostalgico delle “belle imprese” del Ventennio fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’ordine pubblico contro viados, extracomunitari, zingari e drogati. “Mai Morti” era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas. A questa formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione anti-partigiana, e al magma inquietante del pianeta fascista il personaggio guarda con delirante nostalgia.

Durante una notte milanese dei nostri giorni, il protagonista si abbandona a ricordi sacri, lontani, cari. Evoca le “gloriose” azioni della Ettore Muti, come le torture praticate nelle stanze di quello che diventerà il Piccolo Teatro di Milano. Ricorda le stragi compiute dall’Esercito Italiano in Africa e l’uso indiscriminato e massiccio dei gas contro le popolazioni civili. Ad animare i suoi sogni a occhi aperti sono anche alcune vicende del passato più prossimo e del nostro presente: dalla strage di piazza Fontana nella Milano incandescente del 1969 fino al G8 di Genova. Un monologo che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non l’avesse mai appreso che la parola antifascismo ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere, e per riflettere su quanto, in Italia, il razzismo, il nazionalismo e la xenofobia siano difficili da estirpare.

 





(6 aprile 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

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