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“Giustappunto!”, di Vittorio Lussana: La solita estate (e i soliti idioti in tv)

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di Vittorio Lussana  twitter@vittoriolussana

 

 

Matteo Salvini che va a rompere le ‘scatole’ al Papa sullo ‘Ius soli’; la D’Urso che stenta a condurre un programma televisivo in cui due energumeni, i quali meriterebbero la radiazione immediata, rispettivamente, dall’Albo dei giornalisti e da quello degli avvocati, se le sono date di santa ragione; un automobilista milanese che, nel parcheggio sotterraneo di un centro commerciale di Carugate, ha affisso un cartello ‘nazistoide’ sulla vettura di un disabile, dopo esser stato multato di 60 euro per aver parcheggiato proprio nel posto-auto riservato ai portatori di handicap; infine, la presidente della Camera, Laura Boldrini, vergognosamente ‘attaccata’ dalla stampa di centrodestra come se avesse organizzato, lei personalmente e ‘a tavolino’, lo sbarco di migliaia di migranti sulle coste della Sicilia. Insomma, la solita estate stracolma di ‘teste di cxxxo all’italiana’: odiatori di professione completamente imbevuti di ideologie estremiste, i quali, ovviamente, fanno più notizia del commovente eroismo di Ciro, il bambino napoletano di 11 anni che ha salvato il proprio fratellino durante il recente (ed ennesimo) terremoto di Casamicciola. La cultura nazionalista ha prodotto, in passato, intellettuali di tutto rispetto, da Gioacchino Volpe a Giovanni Gentile: un liberale autoritario dotato, tuttavia, di un’intelligenza limpidissima. Oggi, gli immeritevoli eredi dello spiritualismo di Bertrando Spaventa sono Matteo Salvini e Giorgia Meloni, i quali stanno conducendo una politica vile e ‘maramaldesca’, tesa unicamente ad apparire sugli organi di stampa, o in trasmissioni televisive perennemente alla ricerca di ‘sensazionalismi’. Fa un poco eccezione, per lo meno ultimamente, ‘il Foglio’ di Giuliano Ferrara. Anche se qualche suo giornalista (Claudio Cerasa), ogni tanto si cimenta in analisi assurde sulla magistratura italiana, ignorando totalmente come, tra i nostri giuristi, esistano svariati e molteplici dibattiti ‘dottrinari’ ancora ‘aperti’ in merito alle distinte interpretazioni da fornire alle norme del nostro ordinamento.

A dire il vero, qualche dubbio sul moralismo di sinistra e sulla cosiddetta retorica ‘politically correct’ lo conservo anch’io, poiché la norma giuridica non sempre è tenuta a sovrapporsi automaticamente alla filosofia morale: ci sono anche le ‘extreme ratio’, le quali vanno tenute in debito conto, soprattutto quando mirano all’applicazione di princìpi e contenuti ‘integrali’. In ciò, i Radicali italiani hanno sempre avuto – e continuano ad avere – ‘ragioni da vendere’. E, infatti, non stupisce che proprio l’ex radicale Benedetto Dalla Vedova, oggi sottosegretario agli Esteri, abbia sentito il bisogno di ‘alzare la penna’ e scrivere una nobile ‘lettera aperta’ in difesa dell’attuale presidente della Camera, esprimendo un concetto evidentemente troppo ‘sottile’ per larga parte del nostro panorama politico: “Lasciatemi la libertà di non dover difendere Laura Boldrini”. Insomma, che degli emeriti ‘cialtroni’ continuino a emergere innanzi all’opinione pubblica e sulle nostre reti televisive non fa altro che confermare l’immagine di vero e proprio ‘sfacelo’ culturale di questo Paese, ormai trasformato nel ‘cortile’ di una borghesia piccola piccola, completamente priva di valori civili e umanitari. In pratica, dai tempi della ‘totalità dottrinaria marxiana’ che si confrontava con il mondo cattolico-democratico e le nobili teorie liberal-progressiste di Marco Pannella, siamo giunti all’estremo opposto del nulla più assoluto, dell’incompetenza più totale, di un gretto ‘feticismo’ politico spettacolarizzato. In poche parole: al più banale e incivile dei qualunquismi.





(23 agosto 2017)

 

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