di Redazione Emilia-Romagna
Negli ultimi mesi, sugli organi d’informazione, sono apparsi diversi documenti riguardanti i progetti di quadruplicamento della tratta ferroviaria Bologna Castel Bolognese, finalizzato alla futura estensione e potenziamento della rete dell’Alta Velocità Ferroviaria.
Come RECA, Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia Romagna, organismo radicato nei territori con decine di realtà attive, riteniamo che il tema dei trasporti sia uno dei principali argomenti sui quali si giocherà il futuro del modello sociale-economico-ambientale nel quale ci si troverà a vivere, e riteniamo quindi nostro compito intervenire in merito.
Del tutto recentemente , con il documento intitolato NO AL QUADRUPLICAMENTO SU VIADOTTO, SÌ A UN PROGETTO ALTERNATIVO CONDIVISO, proposto ad Imola il 10 ottobre, 2025, il Coordinamento dei Comitati dell’area geografica interessata, ha presentato una petizione, in cui si chiede la revisione del progetto di quadruplicamento ferroviario, fondata sui pareri di esperti di grande e indiscussa competenza.
Nel frattempo, è stata anche depositata un’interpellanza in Regione, con la richiesta di audizione in Commissione per un confronto fra tecnici indipendenti, tra cui l’ing. Eugenio Milizia, ed i tecnici sia regionali che di RFI, al fine di garantire finalmente un confronto trasparente e documentato.
Noi proponiamo alcune considerazioni di fondo, e chiediamo alle Istituzioni, alle forze politiche e sindacali, al mondo associativo e ai Comitati di confrontarsi e pronunciarsi:
- La rete ferroviaria, unitamente a tutto il sistema di trasporto collettivo, ha bisogno di un’estesa riqualificazione e di un consistente potenziamento quasi ovunque nel Paese, e deve nel medio-lungo periodo porsi l’obiettivo di sostituire sia una quota consistente degli spostamenti privati su gomma, sia parte del trasporto aereo. Nella nostra regione, che è al centro di enormi volumi di traffico, ciò assume un significato particolarmente importante, che determina conseguenze per l’intera nazione.
- Per quanto riguarda il trasporto merci su gomma ci si deve porre il traguardo di spostare sulla ferrovia la gran parte del traffico; il centro del problema non è certo quello della velocità, bensì quello di rendere agevole e conveniente il trasferimento sui treni di tutto quanto oggi viaggia sui TIR con le conseguenze gravi che tutte/i conosciamo sulla qualità dell’aria, la sicurezza stradale, l’intasamento delle strade e delle autostrade, che diventa pretesto per la progettazione e la costruzione di ulteriori arterie di grande traffico, moltiplicatori dei problemi.
- Per quanto riguarda invece il traffico passeggeri, la nostra regione ha bisogno – segnatamente nei collegamenti fuori della linea Piacenza Rimini – soprattutto di un significativo miglioramento in frequenza, comodità e capillarità, del trasporto pendolari e in generale del collegamento fra le varie località. In questo senso crediamo che sia da privilegiare il buon funzionamento ferroviario nelle valli appenniniche, nei collegamenti con la Toscana, in quelli con il territorio ravennate (compresa la riapertura e completamento della Ravenna-Bologna via Massalombarda -Budrio), e la creazione o l’ottimizzazione di un adeguato trasporto ferroviario periurbano (metropolitane di superficie).
- Il tema dell’alta velocità, sistema che a nostro avviso dovrebbe essere rivisto in molte sue parti a livello nazionale, mantiene un senso se si pone l’obiettivo di eliminare la gran parte del collegamento aereo (che invece la Regione e diversi degli attori interessati vorrebbero addirittura potenziare) nei percorsi fino a 500-700 chilometri, distanze sulle quali avere treni veloci può essere di notevole vantaggio.
- In tale prospettiva, tuttavia, la carenza si avverte maggiormente lungo la costiera adriatica, dove potrebbe essere d’interesse la realizzazione di un’Alta Velocità Venezia-Lecce, molto più che di una Bologna-Rimini.
- Sulle lunghe distanze, bisognerebbe poi prendere in considerazione anche altre soluzioni come il ripristino significativo degli Intercity Notte, che agevolmente potrebbero soddisfare le necessità di gran parte dell’utenza.
Nel 2023 è stato approvato e finanziato dal PNRR il sistema ERTMS/ETCS, che sarà operativo sulla tratta Bologna – Castel Bolognese entro il 2031 e che raddoppia la capacità della linea senza necessità di nuovi binari o viadotti invasivi, per cui l’obiettivo dell’Alta Velocità in questo tratto perde di significato.
Continuare a spingere su un progetto faraonico e altamente impattante significa sprecare risorse pubbliche, aggravare le conseguenze ambientali e rinunciare ad intervenire sulla tematica del trasporto merci.
E’ ora che sul futuro dell’intero tema di mobilità si aprano confronti veri, in un percorso di democrazia partecipata, che prenda in considerazione anche l’aspetto “educativo” di una cittadinanza indotta per generazioni intere all’individualismo esasperato, che caratterizza l’attuale modello di spostamento basato sull’uso dell’automobile.
Il comunicato stampa ricevuto in redazione è pubblicato integralmente.
(13 ottobre 2025)
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