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Sentenza della Consulta sui figli delle famiglie arcobaleno: finalmente la ministra Roccella può aprire bocca

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Consiglieremmo prudenza, da una parte e dall’altra, e anche dall’altra ancora, perché conosciamo la potenza dell’odio verso le minoranze che si scatena quando a queste viene riconosciuto un diritto in più anche se alla Consulta va riconosciuto, oltre ad avere legiferato secondo Costituzione (come sarebbe il suo mestiere), un merito: avere ridato fiato alla ministra Roccella ridotta al silenzio dalla mancanza di occasioni oltre che dalla sua invisibilità politica.

Ed è proprio subito dopo la sentenza, nelle ore immediatamente successive, che la ministra dice la sua, e lo dice secondo Roccella: “Per l’ennesima volta” trascrive il Corriere “la Consulta conferma il disvalore dell’utero in affitto” – si parla di fecondazione eterologa, con l’inseminazione artificiale di una delle due donne che poi cresceranno il nascituro, dove stia l’utero in affitto, una vera e propria ossessione di questa destra, non si capisce – “al punto da giungere a differenziare l’attribuzione dello status genitoriale per le coppie di uomini e di donne, proprio sulla base della differenza naturale dei corpi sessuati, che l’ideologia oggi vorrebbe negare”.

Siete tra i fortunati che avete capito cosa l’arzigogolata affermazione voglia significare? Noi no, ma siamo ignoranti.

“Cancellare per scelta dalla vita dei bambini il papà o la mamma, che nessuna tecnica riproduttiva potrà mai eliminare, resta un mutamento antropologico che non potremo mai considerare un progresso sulla via dei diritti, ma la sottrazione al bambino di uno dei suoi diritti fondamentali”, dice inoltre la responsabile della Famiglia del governo Meloni.

á, che se non leggiamo male nelle pieghe di questo governo dell’o con me o contro di me, tanto per rispolverare l’antico adagio del ventennio del secolo scorso che decideva della pericolosità sociale di certi soggetti (maschi omosessuali, le lesbiche in quanto donne, nemmeno venivano considerate possibili) sulla base delle sue idee liberticide; salvo poi mandare a morire gli Italiani in Africa in nome di una guerra imperiale per la quale nemmeno c’era materiale bellico.

Perché fare la guerra va bene, vivere con chi ami, se è contrario al regime, no.

 

 

(22 maggio 2025)

©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 



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