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Una settimana nel “Cuore di Polonia” con film, spettacoli, fotografie e incontri per raccontare i confini e le identità

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di Redazione Spettacoli

Una settimana con il cinema e lo spettacolo con “Cuore di Polonia”, 19a edizione del festival internazionale di Teatri di Vita dedicato ogni anno a un Paese straniero, nell’ambito di Bologna Estate. All’indomani delle elezioni europee, nel mezzo del conflitto russo-ucraino che la vede nella difficile situazione di Paese confinante, la Polonia arriva a Bologna attraverso la sua ricca produzione artistica e attraverso occasioni di approfondimento.

Si tratta di una settimana in cui saranno presentati 2 spettacoli di danza in prima nazionale di Ramona Nagabczyńska e Paweł Sakowicz, prodotti rispettivamente da due teatri prestigiosi come il Nowy Teatr e il Komuna Warszawa Theatre; 1 evento di teatro documentario in prima nazionale della coppia Turkowski & Nowacka; 9 film lungometraggi realizzati tra il 2019 e il 2023, da registi come Jerzy Skolimowski, Lech Majewski, fino al debutto cinematografico di un’artista polacca che vive e lavora in Italia come Kasia Smutniak; 2 mediometraggi di teatro televisivo del 2019; 25 cortometraggi d’animazione, per evidenziare l’importanza di questo genere nella cinematografia polacca: metà realizzati nel 2023, metà tra il 1958 e il 1986 con capolavori ormai entrati nella storia; 1 dj-set con una delle personalità di punta della scena polacca, Avtomat; 1 mostra fotografica di Izabela Urbaniak; 4 Schegge di Polonia, ovvero incontri con personalità su temi significativi legati alla Polonia, a cominciare dall’incontro sulla politica polacca con il giornalista Giuseppe Sedia, che risiede da molti anni a Cracovia, è redattore del “Krakow Post” e collaboratore di numerose testate in Italia, per continuare con altri incontri sul premio Nobel per la letteratura Wisława Szymborska, sulla lingua polacca e sulle tracce polacche nella storia e nell’urbanistica di Bologna; 4 Lettere dal fronte interno, ovvero pagine scritte appositamente da persone della società civile polacca che raccontano particolari della vita polacca in vere e proprie lettere che poi vengono lette pubblicamente durante il festival: si parlerà di migranti e muri con la lettera della giornalista Mira Ignatowicz; di religiosità nella Polonia che muta (Stanisław Obirek, Università di Varsavia); ecc…

L’appuntamento è negli spazi interni ed esterni di  Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; teatridivita.it) e del circostante Parco dei Pini, da lunedì 1 a domenica 7 giugno.

“Cuore di Polonia” fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena. È realizzato con il contributo della Regione Emilia Romagna e del Ministero della Cultura, con il patrocinio dell’Istituto Polacco a Roma, con la collaborazione di Alpe Adria Trieste Film Festival e di International Film Festival Etiuda&Anima, con la media partnership di KLP Krapp’s Last Post e il riconoscimento “Effe Label” per “remarkable arts festivals” promosso dall’European Festivals Association. Le edizioni precedenti del festival sono state dedicate, tra l’altro, a: Cina, India, Turchia, Romania, Grecia, Palestina, Brasile, Scandinavia, Iran, Argentina, Regno Unito, Giappone, Spagna.

Si inizia lunedì 1 luglio con Animacja, una giornata dedicata interamente al cinema d’animazione, fiore all’occhiello della Polonia. Saranno presentati 13 cortometraggi di giovani autori, realizzati nel 2023: quasi un fermo immagine della situazione del nuovo cinema d’animazione polacco negli ultimi mesi. A seguire, un capolavoro del 2019 come Kill it and leave this town (Zabij to i wyjedź z tego miasta) di Mariusz Wilczyński, che trasferisce nel disegno animato uno sguardo sofferto sul proprio villaggio e sulla propria storia. Nello stesso giorno, inauguriamo la mostra di Izabela Urbaniak Living here: fotografie ritratto di persone nei loro modesti ambienti domestici, quasi sempre caratterizzati da una significativa presenza religiosa, accanto ad altri ritratti presi in altre parti del mondo.

Martedì 2 luglio si prosegue con il cinema, con tre proposte: Portami via (Porwać się na życie) di Michał Szcześniak, uno dei due film prodotti nel 2019 per la serie televisiva Teatroteka, che trasferiscono sullo schermo brillanti testi teatrali, in questo caso quello di Robert Urbański. A seguire, due film che affrontano il tema dello straniero, da prospettive diverse: Non cadrà più la neve (Śniegu już nigdy nie będzie) di Małgorzata Szumowska e Michał Englert (2020), ovvero una sorta di apologo con lo straniero che si insinua nell’alta società, e Pane e sale (Chleb i sól) di Damjan Kocur (2022), drammatica rievocazione di uno scontro tra giovani polacchi e migranti arabi, film pluripremiato a cominciare dal premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti.

Mercoledì 3 luglio il programma è interamente per il film di Lech Majewski Brigitte Bardot forever (Brigitte Bardot cudowna) (2021), affascinante viaggio onirico nella recente storia polacca sotto l’influenza sovietica, e soprattutto nell’immaginario di un adolescente tra i miti pop occidentali degli anni 60 e 70 e le reminescenze della storia dell’arte e della letteratura, ma soprattutto un grande omaggio al potere delle immagini e del cinema.

Si entra maggiormente nel vivo del festival giovedì 4 luglio con il debutto di Silenzio!, spettacolo di danza di Ramona Nagabczyńska, in prima nazionale, che racconta, attraverso la rievocazione del ruolo della donna nel melodramma (con potenti performance vocali e fisiche delle quattro interpreti), lo scontro tra il protagonismo femminile e il potere maschile: lo spettacolo arriva dallo spazio di creazione contemporanea più importante della Polonia, il Nowy Teatr di Varsavia, fondato da Krzysztof Warlikowski. A seguire, il film The balcony movie (Film balkonowy) di Paweł Łoziński (2021), vincitore Grand Prix – Semaine de la critique al Festival di Locarno: un film girato interamente dal balcone di casa del regista che interroga i passanti sulla strada. Sempre giovedì prendono il via i due appuntamenti con le parole: le Schegge di Polonia e le Lettere dal fronte interno.

Venerdì 5 luglio debutta JaWa della coppia di artisti Turkowski & Nowacka, specializzati in performance di narrazione con i video. I due artisti sono noti per questo loro particolare teatro documentario con cui rimettono in scena eventi cruciali relativi alle comunità locali, come questo che li vede protagonisti nel quartiere dove abitano, luogo di una stimolante esperienza di lavoro comunitario che diventa, come è scritto in una recensione, “una storia commovente su dignità, libertà, ricchezza e povertà, amicizia e dipendenza”. Il film della serata ci porta a uno dei maestri della cinematografia polacca, l’irriverente e ultraottantenne Jerzy Skolimowski, con il suo ultimo film Eo (2022), storia di un asino vagante che è valsa a quest’opera la nomination agli Oscar, il premio della giuria a Cannes e innumerevoli altri riconoscimenti.

Sabato 6 luglio debutta il secondo spettacolo di danza, Imperial di Paweł Sakowicz, prodotto da Komuna Warszawa Theatre: si tratta di una rievocazione contemporanea e trasgressiva del valzer, un’interrogazione sui dispositivi di evasione così come sulla natura di classe della coreografia, ossia i corpi plasmati nella danza a partire dalle classi sociali che la esprimono. Uno spettacolo pop e a sua volta irriverente, che vede in scena tre performer. A seguire, il film Illusion (Iluzja) di Marta Minorowicz (2022), un’opera densa di mistero, su una donna che cerca la figlioletta scomparsa seguendo criteri irrazionali.

Il festival si conclude domenica 7 luglio con la festa finale e il dj-set di Avtomat, che dopo i successi in tutta Europa arriva in Italia con il suo sound innovativo legato a una corporeità viscerale e queer. E proprio l’ultima giornata non poteva mancare una nuova abbuffata di cinema. Si parte con il secondo film teatrale di Teatroteka: Non lasciamoci le penne (A niech to ges kopnie) di Joanna Zdrada (2019). A seguire, la seconda tappa di Animacja, ovvero 12 cortometraggi d’animazione del secolo scorso, pietre miliari firmate da nomi come Walerian Borowczyk, Jan Lenica, Jerzy Kucia, Zbigniew Rybczyński, a cura dell’International Film Festival Etiuda&Anima. Segue Mur di Kasia Smutniak (2023), in cui l’attrice polacca che vive e lavora in Italia affronta un viaggio sui confini del suo Paese, fino al muro in costruzione per respingere i migranti. Un esordio registico che è una denuncia e al tempo stesso un racconto intimo, un’opera di alto valore civile e testimonianza. Ultimo appuntamento è con Fucking Bornholm di Anna Kazejak (2021), molto più del solito racconto di una crisi coniugale di mezza età: un film che descrive spietatamente l’imbarazzante incomunicabilità tra genitori e figli, e che grazie alla regista ci restituisce un’amara rappresentazione di un universo maschile inetto.

 

 

(26 giugno 2024)

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