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HomeBologna SpettacoliFino al 1° maggio le "Feste D'Altri Tempi" del Teatro delle Ariette

Fino al 1° maggio le “Feste D’Altri Tempi” del Teatro delle Ariette

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“Ha ancora senso festeggiare la bellezza della libertà e della dignità del lavoro in un mondo dove le decisioni sono prese da pochi e non da molti, dove imperversa la propaganda, dove i dissenzienti diventano nemici, la competizione prende il posto della solidarietà e la logica della guerra vince su quella del dialogo? Noi crediamo di sì. Oggi ha ancora più senso di ieri. Perché vogliamo resistere al pensiero unico del “non si può fare altrimenti”. Perché vogliamo continuare a immaginare insieme un altro mondo possibile, perché noi sappiamo che c’è, anche se tutti dicono di no”.

Con queste parole il Teatro delle Ariette annuncia l’edizione 2024 di Feste d’altri tempi che fino al 1 maggio presenta, nel suo teatro in mezzo ai campi, un fitto calendario di spettacoli, eventi, incontri e momenti conviviali, con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e il patrocinio del Comune di Valsamoggia.

Si inizia giovedì 25 aprile, Festa della Liberazione, alle ore 13 con il Pranzo Popolare Autogestito al quale, alle ore 15, segue “Canto alla Terra. Gli eroi e il Mediterraneo”, uno spettacolo di e con Giuseppe Cederna, in cui l’attore leggerà e racconterà il viaggio degli uomini e delle parole che hanno cambiato il mondo. La poesia, il canto, la passione civile. “L’Odissea” di Omero, un migrante mediterraneo sulla via del ritorno. La partenza dall’isola dell’immortalità e dell’oblio, il naufragio nell’isola dei Feaci, l’incontro con la giovane Nausicaa, la dichiarazione d’amore più bella del mondo e le lacrime degli eroi: una riflessione sull’accoglienza antica dell’ospite e dello straniero. Da Walt Whitman a Omero, dalle battaglie per l’ambiente di Antonio Cederna al ritorno nell’isola di un piccolo grande film. Con Kostantino Kavafis, Chandra Candiani, Wislawa Szymborska, Raymond Carver, Claudio Damiani.

A seguire la presentazione del libro “Quando il fumo si dirada” (ed. Arti Grafiche Tofani, 2020), momenti di una vita tra politica, arte e cultura partigiane, del giornalista e scrittore Federico Raponi. Più di trent’anni, tutti d’un fiato, dalla Pantera ai centri sociali, dal Chapas al Kurdistan, dal processo Priebke al Teatro Valle Occupato e soprattutto Radio Onda Rossa e la passione per il cinema e il teatro.

Domenica 28 aprile, alle ore 18,SATURNO figlio d’anarchia” di Cesare Albertano e Luigi Dadina, con Luigi Dadina e Paola Baldini. Un’azione teatrale che ricorda l’intellettuale ravennate, Nino Saturno Carnoli, che ha speso la sua vita tra politica, arte, artigianato, ricerca storica e insegnamento, editoria, grafica. Una figura poliedrica, una voce critica che non si è mai stancata di gettare semi di riflessione indagando le perplessità di un presente sempre vissuto appieno. Una vita furiosamente citta­dina, che non ha perso mai i legami con il mondo, dalla Parigi del maggio del ’68, alla Pompei dove si fece promotore e interprete della riproduzione di un antico mosaico. Una vita anarchica e vitale fino alla fine. A Ravenna è stato etichettato per lo più come provocatore. Nulla di più falso e banale. Un rito della memoria, una narrazione, un teatro di oggetti, di figure, di dipinti. Un cerchio unico per attori e spettatori, tutti immersi nella stessa luce.

 

(24 aprile 2024)

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