Dopo il notevole riscontro di pubblico di “Allegro non troppo” (sold out in quasi 30 città) e la consacrazione col successivo “Fake” (spettacolo di Natale a Roma e successiva tournée nazionale), torna la graffiante ironia di Lorenzo Balducci a chiusura di un’ideale trilogia di spettacoli che, utilizzando il classico registro graffiante e provocatorio della stand up comedy, hanno sempre trattato temi impegnativi e di rilevanza socio-culturale.
Il nuovo spettacolo “E.G.O.” non fa eccezione, anzi, affronta un argomento ancora più scomodo. Il mistero più grande e affascinante che accomuna da sempre l’intero genere umano: la morte. E.G.O. è infatti l’acronimo di Extreme Game Over.
Prendendo spunto dall’arguta frase di Marcello Marchesi “Spero che la morte mi colga ancora vivo”, lo spettacolo passa in rassegna le tragicomiche strategie con le quali rifuggiamo dal pensiero della nostra dipartita (che non si declina solo come paura della morte fisica, ma anche freudianamente come paura del cambiamento, dell’invecchiamento, della solitudine e dell’abbandono).
Ed ecco allora le nuove frontiere della chirurgia estetica per esorcizzare la vecchiaia, con interventi anche sotto la cintura (di cui l’Italia detiene il primato) con ringiovanimenti, rimpolpamenti o allungamenti vari.
Perché la paura della morte è anche e soprattutto un business che fattura miliardi. Ne sanno qualcosa le industrie farmaceutiche, ormai a pieno titolo “spacciatrici” di eterna giovinezza, che fatturano miliardi proponendo improbabili e grotteschi elisir di eterna giovinezza (come la placenta di pecora o il veleno d’api o… imbarazzanti rimedi casalinghi “faidate”).
Eppure, secondo alcune religioni, (in particolare Il Buddismo) incorporare la consapevolezza della morte nella vita quotidiana, garantisce di vivere esistenze pienamente realizzate e felici. Esattamente l’opposto di ciò che avviene nella nostra società, non a caso attanagliata da quel vuoto esistenziale da cui nascono dipendenze, compulsioni sessuali (aiutate da applicazioni per incontri sempre più mirate a soddisfare un consumismo di corpi), e quella smania di fama, potere e successo che accomuna emblematicamente vecchi politici e giovanissimi utenti di Tik Tok.
Come negli alti spettacoli, non mancheranno incursioni nella filosofia e nella letteratura, senza tralasciare però una confessione più intima e personale dello stesso Balducci sul tema della perdita e di come questa aiuti paradossalmente a ritrovare un senso profondo all’esistenza. Lo spettacolo, scritto come i precedenti da Riccardo Pechini e Mariano Lamberti (che ne cura anche stavolta la regia), trova in Lorenzo Balducci (attore poliedrico e star del web) un interprete ideale, capace con il suo grande talento di performer di divertire pur trattando temi importanti, passando con disinvoltura da Kierkegaard, Heidegger e Hillman a una coreografia sulle canzoni di Paola e Chiara.
Appuntamento al Teatro Dehon il 9 marzo.
(28 febbraio 2024)
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