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Attacchi diffamatori sugli incontri sulla Palestina del 20 febbraio. Il comunicato stampa degli organizzatori

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A pochi giorni dagli incontri del 20 febbraio (uno in Università e l’altro in Comune) che hanno visto la partecipazione appassionata di centinaia di persone, sentiamo di dover rispondere con motivato sdegno alle accuse diffamatorie pubblicate su alcuni giornali in questi giorni, con riferimento alla studiosa israeliana Elian Weizman, all’intellettuale ed attivista per i diritti umani palestinese Omar Barghouti e, più in generale, al movimento nonviolento a guida palestinese per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni contro Israele (BDS).

Questi articoli (diversamente da altri, chiaramente scritti da giornalisti più seri, che avevano assistito agli incontri) hanno riportato in virgolettato affermazioni mai pronunciate e hanno fatto riferimento al BDS distorcendone gli obiettivi, i principi e le pratiche chiaramente enunciati nel sito del movimento internazionale e in quello di BDS Italia facilmente consultabili da chiunque. Osserviamo che la diffusione di affermazioni mendaci non è soltanto contraria all’etica professionale, ma costituisce reato.

E’ sconcertante che studiosi e opinionisti, privi di competenze specifiche sul tema, finora del tutto silenti sulla tragedia di Gaza, si siano sentiti in dovere di giudicare un evento a cui non hanno partecipato, fornendo un’interpretazione del dibattito del tutto falsa e manifestamente faziosa.  Commentare e manipolare maliziosamente la realtà offrendo ai lettori dichiarazioni false, mette in discussione l’integrità scientifica e deontologica di chi possiede una cattedra all’università e dovrebbe seguire un codice etico nella validazione delle fonti.

Ciò detto siamo a ribadire:

  • Il BDS è un movimento nonviolento  che trae ispirazione  dai movimenti per i diritti civili negli Stati Uniti e a sostegno della lotta anti-apartheid in Sudafrica.  Ricordiamo che Omar Barghouti è stato insignito del Premio internazionale Ghandi nel 2017 quale esponente di spicco tra i seminatori non violenti di pace, lo stesso assegnato in passato a Martin Luther King. 
  • Sono del tutto infondate e diffamatorie le accuse di antisemitismo rivolte ad Omar Barghouti ed al movimento BDS, che Israele e i suoi sostenitori utilizzano con l’intento censurare e reprimere. Il movimento BDS, di cui fanno parte associazioni ebraiche progressiste con migliaia membri, come per esempio Jewish Voice for Peace negli USA, e anche ebrei israeliani, respinge con forza queste accuse infamanti. Aderendo alla definizione dell’ONUsulla discriminazione razziale, il movimento BDS rifiuta ogni forma di discriminazione razziale, politica, religiosa e di genere, inclusi l’antisemitismo, l’islamofobia ed ogni ideologia fondata su presunte supremazie etniche o razziali. Il movimento BDS è fermamente contro le ideologie politiche, le leggi, le politiche e le pratiche che promuovono il razzismo. Pare infine del tutto evidente che accusare di antisemitismo una studiosa ebrea ed israeliana sia di per sé paradossale, se non assurdo. Come affermato da Omar Barghouti durante il suo intervento presso il comune di Bologna: “Tutti i giovani ebrei americani che sostengono il BDS comprendono perfettamente che non c’è nulla di ebraico nell’occupazione, nella pulizia etnica, nell’apartheid e nel genocidio, e quindi non c’è nulla di antiebraico nel lottare per porre fine a questi sistemi di oppressione”.
  • Il BDS non sostiene una specifica soluzione politica alla  cosiddetta “questione israelo-palestinese”  (uno o due stati). Si concentra invece sull’attuazione del diritto internazionale per affermare i diritti fondamentali del popolo palestinese, incluso il diritto inalienabile all’autodeterminazione, attraverso il raggiungimento di 3 obiettivi: a) la fine dell’occupazione e della colonizzazione; b) lo smantellamento del sistema di apartheid (così definito da organizzazioni per i diritti umani internazionali e israeliane, come Amnesty International, Human Rights Watch e B’Tselem, e da relatori speciali delle  Nazioni Unite per i Territori Palestiensi Occupati); c) il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, sancito dalla risoluzione 194 dell’ONU. Il BDS sostiene che solo una volta che questi tre punti saranno ottemperati si creeranno le basi per poter riflettere su soluzioni che ad oggi risultano secondarie se non di impossibile ed astratta identificazione e la cui individuazione spetta alle popolazioni che vivono sul territorio. 
  • In nessun modo il movimento BDS, Omar Barghouti e la studiosa Elian Weizman hanno mai alluso, né tantomeno fatto riferimento esplicito, a un parallelismo tra il regime nazista e lo Stato Israeliano, riconoscendo le specificità dei contesti storici e delle modalità in cui è avvenuto lo sterminio degli ebrei durante l’Olocausto. Troviamo pericolosissima questa affermazione, nonché diffamatoria: chiediamo che sia pubblicamente smentita dagli autori e dagli organi di stampa che l’hanno pubblicata. Il BDS invece sostiene, assieme a moltissimi studiosi di genocidio come l’israeliano Raz Segal, gli esperti delI’Istituto Lemkin degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite, che è attualmente in corso un genocidio nei confronti della popolazione palestinese di Gaza che si inserisce nel processo di pulizia etnica  iniziato nel 1948, volto a svuotare il territorio dalla sua popolazione indigena.

In conclusione, per noi Bologna non è divisa dalla Palestina (come taluni hanno scritto). Al contrario, la Palestina ha avvicinato cittadini e cittadine alla lotta di un popolo contro l’oppressione; le persone più diverse hanno trovato motivo di coordinamento, mobilitazione e vicinanza, nella migliore tradizione bolognese e, come da tanto tempo non accadeva, si sta creando uno spazio di confronto costruttivo che coinvolge movimenti di solidarietà, associazioni, intellettuali ed istituzioni di questa città.

Continueremo a mobilitarci per l’affermazione dei diritti umani e del diritto internazionale e per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza di tutte/i, perché come diceva Nelson Mandela: “Sappiamo troppo bene che la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei Palestinesi”.

Il comunicato stampa è firmato da Coordinamento Campagna BDS Bologna; Associazione 20 Pietre; Assopace Palestina Bologna; Mediterranea Bologna; Città visibili APS; ARCI Bologna; IPRI-CCP; Pax Christi Bologna; Ritmo Lento Circolo Arci; Circolo Arci Brecht; Ex Aequo Bottega del Mondo; Manifesto in Rete; Period Think Tank; AIPI (Associazione Interculturale Polo Interetnico); Donne in Nero Bologna; PCI Bologna; Rifondazione Comunista Bologna; Associazione di solidarietà con Cuba la Villetta; Armonie Aps; Laboratorio Smaschieramenti.

 

 

(26 febbraio 2024)

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