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Col PNRR non ce la facciamo, ma Meloni ha pronto il “presidenzialismo”. E nel frattempo va da Mattarella

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di Daniele Santi

Da Mattarella per rassicurarsi e rassicurare il paese, essendo il Presidente della Repubblica ritenuto enormemente più affidabile di lei (lo dicono i sondaggi, figuratevi se voglio fare pettegolezzi da serva), due ore di colloquio e lei nemmeno riesce a presenziare alla chiusura dell’ennesima campagna elettorale del Friuli-Venezia Giulia (una tragedia), perché a pranzo con Mattarella ci resta due ore. Non certo per una sessione di uncinetto.

Se Fitto lancia l’allarme “Rischiamo di perdere cento miliardi”, la presidente del Consiglio cosa fa? Rilancia con l’ennesimo salto in avanti: “Obiettivo della legislatura è il Presidenzialismo” per avere il quale, va ricordato, bisogna stravolgere l’assetto istituzionale e costituzionale del paese, oltre ad avere una stragrande maggioranza di “sì” tra maggioranza e opposizione. Siamo di nuovo alla propaganda senza spiegare come si faranno le cose, ma è un dettaglio. E se proprio vuoi discutere puoi sempre rispondere che alcuni altri paesi hanno i nostri stessi ritardi. Ma il problema è che l’Italia è osservata speciale dell’Ue. Per molti motivi.

A Bruxelles nonostante i sorrisi di Meloni non si fida quasi nessuno e qui per molti motivi: le continue uscite pro-Putin della sua maggioranza, l’atteggiamento filo-russo della Lega che a Bruxelles non hanno mai amato, la maniera in cui si parla di migranti, il negazionismo del fascismo di troppi esponenti anche di spicco del Governo (che hanno giurato sulla Costituzione antifascista e non sul busto di Mussoli, anche se se lo tenessero in casa), il palese odio omofobo e l’intento discriminatorio quando non vessatorio verso le minoranze. Non ultimo il nemmeno troppo lontano strizzare l’occhio di Meloni ai vari Orbán e vari Visengrad (che Putin ha momentaneamente disintegrato, vedremo fino a quando). E c’è un altro punto: l’entrata possibile di FdI nel PPE che il PPE non vuole se non a determinate condizioni, prima tra tutte chiudere la bocca a Berlusconi, mentre della Lega nel PPD nemmeno se ne parla.

Così, siccome quei boccaloni dei giornalisti hanno addirittura il brutto vizio di scrivere, un’abitudine deprecabile, raccontando addirittura quello che succede a Bruxelles, la presidente del Consiglio nemmeno si chiede perché da Bruxelles la tengano d’occhio si limita a commentare con Mattarella, lo dicono sempre quei boccaloni che hanno la deprecabile abitudine di scrivere sui giornali, accusa l’UE di strabismo nei confronti dell’Italia. Insomma la guardano male, e lei è risentita. Una vittima, diciamo, non la leader di una coalizione eletta dal 66,6% degli italiani che sono andati a votare (voti dell’opposizione più astenuti fanno un governo di minoranza comunque legittimamente eletto) che ha venduto l’invendibile in campagna elettorale per poi non mantenere nulla e che ora, alle prese con il PNRR che è incapace di gestire rilancia sul presidenzialismo: che darà da mangiare a qualcuno, ma certamente non alle famiglie alle quali lei toglie il reddito di cittadinanza.

E Mattarella, soltanto una settimana fa, aveva invitato gli attori dell’agone politico, quindi anche lei, tutti gli attori coinvolti nella predisposizione dei bandi europei “alla stanga”: in volgare significa “muovere il culo e lavorare” al quale invito il governo ha risposto con lo slittamento della cruciale riforma nota come decreto sulla concorrenza. Poi il grido di dolore di Fitto. Che è un ministro del suo governo, quello di Meloni, non un giornalista boccalone con la deprecabile abitudine di scrivere. Quando gli Italiani cominceranno a svegliarsi, è primavera e non manca più tanto, e i sondaggi suoneranno la sveglia saranno dolori. Anche per noi. Saluti.

 

(1 aprile 2023)

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