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Il Festival “Cuore d’Italia” di Teatri di Vita si congeda con l’anteprima del docufilm su Pasolini “In un futuro aprile”. Il 2 aprile

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di Redazione #Bologna twitter@bolognanewsgaia #TeatridiVita

 

Non poteva che essere Pier Paolo Pasolini a chiudere il festival “Cuore d’Italia” a Teatri di Vita dopo un mese di teatro, danza, cinema, musica, arte, scrittura e incontri. Una dedica speciale attraverso l’anteprima del docufilm “In un futuro aprile” (premiato in alcuni festival in streaming per il lockdown, ma sarà distribuito solo dall’autunno), che per la prima volta a Bologna approda sul grande schermo. Il film di Francesco Costabile e Federico Savonitto ci accompagna alla scoperta del rapporto speciale che Pasolini ebbe con il Friuli e con il paese materno di Casarsa, attraverso documenti, interviste e ricostruzioni. La serata conclusiva del festival prevede anche la replica di due spettacoli teatrali: l’ormai classico, trasognato e poetico “Totò e Vicé” di Franco Scaldati nella versione diretta e interpretata da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, e “Soli” di Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi per Ateliersi. E negli spazi del parco è ancora visibile l’installazione di “arte tessile” di Daniela Frongia. L’appuntamento è nella serata di domenica 2 agosto, a partire dalle ore 20, a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; www.teatridivita.it; app scaricabile dal sito). Il festival “Cuore d’Italia” rientra nel festival “Bologna Estate 2020” del Comune di Bologna, ed è sostenuto con il contributo della Regione Emilia Romagna e della Fondazione del Monte.

In un futuro aprile (Italia 2019, 80’), regia Francesco Costabile e Federico Savonitto, con Nico Naldini. Produzione: Altreforme, in associazione con Centro Studi Pier Paolo Pasolini, Cinemazero, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Kublai Film. In collaborazione con Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia; con il sostegno di: Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, Friuli Venezia Giulia Film Commission, Fondazione Friuli Non poteva esserci una chiusura migliore e più emblematica del festival “Cuore d’Italia”: l’ultimo appuntamento è infatti un documentario dedicato a Pier Paolo Pasolini. “In un futuro aprile” ripercorre gli anni friulani del poeta e intellettuale nato a Bologna, gli anni ’40, attraverso i ricordi del novantenne cugino e scrittore Nico Naldini che con Pasolini ha condiviso quel periodo della sua vita. Durante gli anni Quaranta, infatti, il giovane Pier Paolo vive a Casarsa, il paese friulano di sua madre. In quel periodo scopre il paesaggio friulano, la lingua e le tradizioni del mondo contadino e sperimenta le prime avventure amorose con alcuni giovani del posto. Il contatto con questa realtà lo porta anche all’impegno politico nel Partito Comunista e all’esperienza dell’insegnamento scolastico. Il film ha vinto il Premio del Pubblico nell’edizione in streaming del Biografilm Festival e il Premio “Best Feature Film on Arts” e il Premio Sky Arte nell’edizione in streaming dell’Asolo Art Film Festival. Il film sarà distribuito nelle sale in autunno.

Totò e Vicé di Franco Scaldati, regia e interpretazione di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, produzione Diablogues / Compagnia Vetrano-Randisi. Dopo aver presentato nella scorsa stagione a Teatri di Vita “Ombre folli”, Enzo Vetrano e Stefano Randisi tornano con un vero e proprio capolavoro della loro teeatrografia: “Totò e Vicé”, scritto dallo stesso autore Franco Scaldati, poeta, attore e drammaturgo palermitano. Se la complementarietà, la dialettica, il confronto, sono la forma che Vetrano e Randisi hanno scelto per esprimere la loro poetica, pare quindi inevitabile che incontrassero proprio i personaggi di Totò e Vicé, teneri, poetici e surreali clochard nati dalla fantasia di Scaldati, e che si rispecchiassero nelle loro parole, nei gesti, nei pensieri e nei giochi. Totò e Vicé sono legati da un’amicizia reciproca assoluta e vivono di frammenti di sogni che li fanno stare in bilico tra il mondo terreno e il cielo, in un tempo imprendibile tra passato e futuro, con la necessità di essere in due, per essere. Da questo piccolo grande capolavoro, Vetrano e Randisi hanno tratto nel 2017 l’omonimo film diretto da Marco Battaglia e Umberto De Paola.

Soli di e con Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi, e con Margherita Kay Budillon, Eugenia Delbue, Lorenzo Righi, Ester Silverio, musiche composte ed eseguite da Vincenzo Scorza, produzione Ateliersi. Un vecchio professore, una coppia di giovani, e la strana proposta di un ménage à trois… Uno spettacolo che racconta di scelte, anzi di necessità di una scelta, al punto da coinvolgere gli spettatori nella responsabilità. “Soli” è uno spettacolo incentrato sulla relazione tra identità e dimensione lavorativa nelle strutture sociali contemporanee e sulla capacità di compiere scelte divergenti che permettano di migliorare le condizioni di vita di altri esseri umani Cosa siamo disposti a fare per noi, per gli altri, per la società? “Soli” rielabora l’intuizione alla base di “Pensaci, Giacomino!” di Pirandello, ponendola in relazione con i materiali raccolti da Ateliersi durante un percorso di interviste, assemblee e incontri pubblici sul tema del lavoro, ma soprattutto innesta nella vicenda pirandelliana l’esperienza diretta di un incontro reale che ha cambiato per sempre lo sguardo degli autori. Lo spettacolo è la seconda tappa del percorso di approfondimento e riscrittura dell’opera di Luigi Pirandello iniziato da Ateliersi nel 2017 con “In Your Face”.

Daniela Frongia – Jana’S chiude la rassegna della “fiber art”. La sua produzione è caratterizzata da un approccio intimo con la natura e la materia; attraverso il gesto ripetitivo l’artista esplora i pieni e i vuoti per creare forme che imbastiscono dialoghi con il proprio universo interiore e il mondo che la circonda. Al Parco dei Pini realizzerà appositamente un’installazione con la tecnica della “tessitura architettonica”, attraverso l’utilizzo di fili legati e intrecciati tra gli alberi, per creare un percorso in dialogo con l’ambiente e i fruitori. L’opera esprimerà i legami sottili e invisibili che attraversano il territorio, gli intrecci e gli scambi che avvengono tra le persone che lo vivono e abitano.

 

(1 agosto 2020)

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