di Redazione #Bologna twitter@bolognanewsgaia #TeatridiVita
Il teatro di Vetrano e Randisi e di Ateliersi e il cult-movie “Orfeo 9” sono in programma a Teatri di Vita nell’ultimo sabato del festival “Cuore d’Italia”, il primo agosto. “Orfeo 9”, la prima opera pop a livello mondiale, creata nel 1970 da Tito Schipa jr, rivive nel film prodotto nel 1973, dove appaiono per il loro debutto assoluto Renato Zero e Loredana Bertè: un’opera di culto, che si potrà vedere rimasterizzato nella versione presentata recentemente alla Mostra del Cinema di Venezia. A seguire, due spettacoli di teatro: l’ormai classico, trasognato e poetico “Totò e Vicé” di Franco Scaldati nella versione diretta e interpretata da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, e “Soli” di Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi per Ateliersi. E negli spazi del parco è ancora visibile l’installazione di “arte tessile” di Daniela Frongia. L’appuntamento è a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; www.teatridivita.it; nuova app scaricabile dal sito), a partire dalle ore 20.
Il festival “Cuore d’Italia” rientra nel festival “Bologna Estate 2020” del Comune di Bologna, ed è sostenuto con il contributo della Regione Emilia Romagna e della Fondazione del Monte.
Orfeo 9. Un’opera pop (Italia 1973, 82’) regia Tito Schipa Jr., con Tito Schipa Jr., Renato Zero, Loredana Berté, Edoardo Nevola, Eva Axen, Penny Brown, Marco Piacente, Monica Miguel, orchestra diretta da Bill Conti. Un grande evento: la rimasterizzazione di una vera e propria pietra miliare nello spettacolo italiano, “Orfeo 9”, ovvero non solo la prima opera rock italiana (1970) ma anche la prima al mondo a essere rappresentata in un teatro. Dal palcoscenico, il salto nel 1973 allo schermo in un film sperimentale per la Rai, che fu boicottato e trasmesso solo dopo alcuni anni. Animatore di quell’evento pionieristico il geniale Tito Schipa Jr., figlio d’arte e a sua volta compositore e attore-cantante, che riscrisse il mito di Orfeo in chiave contemporanea. Al suo fianco sullo schermo, alcuni nomi della futura canzone italiana come Renato Zero e Loredana Berté poco più che ventenni, e a dirigere l’orchestra un giovane Bill Conti, futuro compositore di alcune delle colonne sonore più famose della storia, da “Rocky” a “Fuga per la vittoria”. L’opera riprende il mito di Orfeo con lo spirito libertario degli anni 70. Un gruppo di ragazzi vive in pace all’interno di una chiesa sconsacrata e a distanza dalla grande città. Tra di loro è Orfeo innamorato di Euridice. Ma un “venditore di sogni”, ossia uno spacciatore, riesce a separare la coppia. Orfeo andrà così alla sua ricerca compiendo un viaggio dentro di sé.
Totò e Vicé di Franco Scaldati, regia e interpretazione di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, produzione Diablogues / Compagnia Vetrano-Randisi. Dopo aver presentato nella scorsa stagione a Teatri di Vita “Ombre folli”, Enzo Vetrano e Stefano Randisi tornano con un vero e proprio capolavoro della loro teeatrografia: “Totò e Vicé”, scritto dallo stesso autore Franco Scaldati, poeta, attore e drammaturgo palermitano. Se la complementarietà, la dialettica, il confronto, sono la forma che Vetrano e Randisi hanno scelto per esprimere la loro poetica, pare quindi inevitabile che incontrassero proprio i personaggi di Totò e Vicé, teneri, poetici e surreali clochard nati dalla fantasia di Scaldati, e che si rispecchiassero nelle loro parole, nei gesti, nei pensieri e nei giochi. Totò e Vicé sono legati da un’amicizia reciproca assoluta e vivono di frammenti di sogni che li fanno stare in bilico tra il mondo terreno e il cielo, in un tempo imprendibile tra passato e futuro, con la necessità di essere in due, per essere. Da questo piccolo grande capolavoro, Vetrano e Randisi hanno tratto nel 2017 l’omonimo film diretto da Marco Battaglia e Umberto De Paola.
Soli di e con Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi, e con Margherita Kay Budillon, Eugenia Delbue, Lorenzo Righi, Ester Silverio, musiche composte ed eseguite da Vincenzo Scorza, produzione Ateliersi. Un vecchio professore, una coppia di giovani, e la strana proposta di un ménage à trois… Uno spettacolo che racconta di scelte, anzi di necessità di una scelta, al punto da coinvolgere gli spettatori nella responsabilità. “Soli” è uno spettacolo incentrato sulla relazione tra identità e dimensione lavorativa nelle strutture sociali contemporanee e sulla capacità di compiere scelte divergenti che permettano di migliorare le condizioni di vita di altri esseri umani Cosa siamo disposti a fare per noi, per gli altri, per la società? “Soli” rielabora l’intuizione alla base di “Pensaci, Giacomino!” di Pirandello, ponendola in relazione con i materiali raccolti da Ateliersi durante un percorso di interviste, assemblee e incontri pubblici sul tema del lavoro, ma soprattutto innesta nella vicenda pirandelliana l’esperienza diretta di un incontro reale che ha cambiato per sempre lo sguardo degli autori. Lo spettacolo è la seconda tappa del percorso di approfondimento e riscrittura dell’opera di Luigi Pirandello iniziato da Ateliersi nel 2017 con “In Your Face”.
Daniela Frongia – Jana’S chiude la rassegna della “fiber art”. La sua produzione è caratterizzata da un approccio intimo con la natura e la materia; attraverso il gesto ripetitivo l’artista esplora i pieni e i vuoti per creare forme che imbastiscono dialoghi con il proprio universo interiore e il mondo che la circonda. Al Parco dei Pini realizzerà appositamente un’installazione con la tecnica della “tessitura architettonica”, attraverso l’utilizzo di fili legati e intrecciati tra gli alberi, per creare un percorso in dialogo con l’ambiente e i fruitori. L’opera esprimerà i legami sottili e invisibili che attraversano il territorio, gli intrecci e gli scambi che avvengono tra le persone che lo vivono e abitano.
(31 luglio 2020)
©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata