di G.G. #Ferrara twitter@bolognanewsgaia #Maiconsalvini
Votateci che cambieremo il mondo, soprattutto il nostro, e vi faremo vedere di cosa siamo capaci. Eccoli i leghisti al lavoro che dicono una cosa e ne fanno un’altra e il consueto aumentare i propri privilegi – vanno avanti così dal 1994 – accusando gli altri di aumentare i propri privilegii
Il sindaco leghista di Ferrara non poteva venire meno alla leghista regola non scritta, ma amplissimamente praticata, e si è aumentato lo stipendio. O meglio, per dirla con parole sue, non se lo è aumentato ma lo ha adeguato.
In soldoni le cose sono andate così: gli emolumenti della giunta leghista del cambiamo il mondo partendo da noi sono aumentati e sono stati adeguati agli emolumenti tabellari del Testo unico degli enti locali, aumento che avviene dopo che la giunta precedente si era tagliata i compensi del 10% e aveva destinato quei denari risparmiati ad un fondo per il sostegno alle imprese cofinanziato dalla camera di commercio di Ferrara. Il presidente del consiglio comunale si era abbassato lo stipendio del 15%.
Poi l’onda nuova [sic] leghista con il suo carico di innovazione e di idee atte a beneficiare la (loro) comunità si abbatte con la forza del nuovo primo cittadino, convincente nell’eloquio e assai meno nei fatti, ha ripristinato i salari d’antan adeguandoli e ha proposto e votato l’aumento dell’indennità del nuovo presidente del consiglio – il leghista Lorenzo Poltronieri , i cui emolumenti passano da 2.720 euro al mese a 3.217 euro.
Il parco sindaco guadagna invece ora 6.400 euro al mese, contro i 5.900 del predecessore. Il vice sindaco si accontenta di 4.800 euro (da 4.427 che erano nella legislatura precedente) e gli assessori ne guadagnano 3541 di euri anziché 2842. “L’aumento” secondo l’assessora al Personale Travagli è dovuto “alla necessità di avere una visione macroeconomica molto più ampia, positiva e sistemica da parte di chi amministra”, ribadendo che si tratta di un adeguamento dentro i limiti di legge e non di un aumento.
Era invece la riduzione decisa dalla giunta precedente un atto “demagogico e strumentale”. Come diceva Umberto Bossi, grande benefattore delle casse leghiste e di quelle della sua famiglia: “Roma ladrona la Lega non perdona“. Appunto.
La decisione arriva a poche settimane da quella che aveva portato la giunta teocratico-leghista al potere a Ferrara a comprare 385 crocifissi per le scuole mentre toglieva le panchine dai parchi come misura anti-immigrati.
(18 ottobre 2019)
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