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La Lega dei bluff delle autonomie accusa Bonaccini di bluff sull’autonomia…

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di E.T. #EmiliaRomagna twitter@bolognanewsgaia #maiconsalvini

 

Così la Lega ha deciso di affondare – un affondo al giorno, possibilmente virulento e lontano dalla realtà e mirato alla pancia degli elettori, per stare sui media, ma non necessariamente sul pezzo – accusando il presidente delle Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini di “bluff” sull’autonomia dell’Emilia Romagna.

L’accusa viene da un partito che sul “bluff” legato all’autonomia ha costruito trent’anni di triste storia, poltrone di consiglieri, sindaci, assessori, parlamentari incluse e che è il vero ostacolo – con le richieste di autonomia che vanno oltre il dettato costituzionale riformato negli anni ’70 sulle autonomie regionali – alla concessione di quelle autonomie che non soltanto l’Emilia Romagna, che l’ha concertata proprio coi governatori leghisti di Lombardia e Veneto, ha chiesto.

Naturalmente in vista delle elezioni il capogruppo della Lega in Regione Emilia Romagna Bargi sferra l’attacco: “Il governatore uscente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dopo le promesse fatte ai cittadini ora si è rimangiato tutto accodandosi a Boccia: aspettare una Legge quadro su questa materia ci farà perdere inutilmente altri anni”è un titolone, ma è solo un titolone ad uso stampa prona. Le cose, lo sa persino Bargi, non stanno così. Addirittura Bargi, ad uso puramente propagandistico, se la prende con “il taglio dei parlamentari” a seguito dei quali “il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, sostiene la necessità di una legge quadro volta a valorizzare le Regioni, sostenuta anche dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini “la cui eventuale approvazione” secondo Bargi, “aumenterà i tempi di attuazione dell’autonomia differenziata e (…) costerà ai cittadini emiliano-romagnoli 4.329 euro ogni anno a testa”. Da dove la cifra venga fuori il comunicato stampa di Bargi non lo dice, ma è relativo, perché tutto sta nel titolo e nell’accusa veemente.

Una veemenza fuori luogo che, se giustificata dal punto di vista del volere la vittoria alle regionali a tutti i costi, è però ingiustificata dal punto di vista politico avendo la Lega di Bargi votato in parlamento a favore della riduzione del numero dei parlamentari ed essendo a conoscenza la Lega, e forse anche Bargi, che quella riforma non è attuabile senza rivedere regolamenti parlamentari, legge quadro sulle regioni – alcune delle quali rimarrebbero altrimenti senza rappresentanti – una nuova legge elettorale ed una riforma costituzionale.

Ammesso che qualcuno non cerchi di metterci in mezzo un referendum come la Lega fece quando a proporre la riforma fu il Matteo sbagliato.

Il “Bonaccini ha solo finto di combattere per l’autonomia dell’Emilia-Romagna”, che Bargi lancia controvento con sprezzo del pericolo, è una dichiarazione senza fondamento, ad uso di coloro che la Lega hanno già deciso di votarla, e Bargi non fa mistero di questo quando scrive “La Lega vuole vincere le elezioni regionali di Gennaio 2020 affinché l’Emilia-Romagna si unisca alle altre regioni del nord Italia che si battono per l’autonomia” (cosa che Bonaccini ha già fatto firmando documenti d’intesa con le regioni governate dalla Lega) e continua vendendo la Lega come l’unica possibilità contro la barbarie.

E la storia recente della politica italiana sta lì a dimostrarlo: il partito di Bargi è riuscito in una trentina d’anni a regalare agli italiani il fallimento di una banca, la chiusura di un giornale costata qualcosina anche allo Stato, secondo alcuni quotidiani, la chiusura di una radio nazionale con giornalisti, scrisse La Stampa, assunti in Regione Lombardia, una serie di scandali legati a diamanti e Tanzania – che ci vuole faccia tosta anche ad essere razzisti – volgare denaro utilizzato allegramente del suo fondatore e dalla sua augusta famiglia, prescrizioni per Bossi e Belsito su una questione di 49 milioni che la Lega restituirà allo stato in comode rate per alcuni decenni, una questione di rapporti con la Russia mai chiariti e denari possibili dalla Russia mai spiegati dal Capitano dei Capitani, con qualche giorno di polemichetta da parte di tutte le forze politiche e poi silenzio, bilanci in perdita e quindi governi fatti cadere in agosto causa Papeete della cui caduta sono stati incolpati altri, e governicchi locali con sindaci imbarazzanti.

Cosucce delle quali gli sguaiati urlatori leghisti non parlano mai accusando gli altri di essere “bluff” e delle quali, siamo convinti, si vergognano anche loro, ma non vogliono o non possono dirlo. Altro che “bluff” delle autonomie. Stiamo assistendo al bluff della democrazia venduta ad uso involuzione autoritaria filo Putin e filo Erdogan che la Lega vuole a qualsiasi costo e subito.

 

 

(15 ottobre 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 




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