di Giancarlo Grassi #maiconsalvini twitter@bolognanewsgaia #Politica
E’ curioso come cambino le cose e a quale velocità: quando la Lega, come terzo partito più votato il 4 marzo 2018, cedette alle sirene di Di Maio e si sistemò nelle poltrone parlamentari pensando che in poche settimane avrebbe avuto in mano l’Italia e agendo di conseguenza, gli esponenti leghisti non parlarono di inciucio, ma di alleanza di governo, per il governo del popolo [sic], con tanto di contartto. che videro solo loro e i loro alleati.
Ora che la protervia del loro condottiero li ha buttati fuori dalle stanze dei bottoni l‘alleanza M5S/PD è diventata un inciucio, pur trattandosi di un’alleanza basata sulle stesse caratteristiche di rispetto della Costituzione della precedente che li vedeva seduti sulle poltrone parlamentari. E’ il capogruupo del Carroccio in Regione Emilia Romagna a dare la stura alle polemiche prendendo spunto dall’elezione di Silvia Piccinini alla vicepresidenza della commissione Sanità, che – secondo il comunicato stampa della Lega giunto in redazione – “spettava all’opposizione”. Un’elezione, tuona il leghista, “resa possibile grazie ai voti del Pd, che per prassi istituzionale, avrebbe dovuto astenersi dal voto. Ormai è chiaro: è sempre più vicina l’ipotesi che in Emilia-Romagna il Movimento 5 Stelle sosterrà la candidatura del governatore uscente, Stefano Bonaccini, alla presidenza della Regione”.
La Lega parla poi di “spartizione delle poltrone che contano all’interno della Commissione speciale” sui fatti di “Bibbiano”, denunciando ancora una volta “l’inciucio” fra “Partito democratico e Movimento 5 Stelle” che avrebbe partorito “l’ennesima poltrona”. Stefano Bargi è furioso e parla “di poca lealtà e correttezza” del Partito democratico “che guarda alle prossime elezioni regionali con evidente timore, visti e considerati i tentativi di captatio benevolentiae [sic] nei confronti del Movimento 5 Stelle, palesemente e strumentalmente sostenuto nel corso delle ultime elezioni, sia nella Commissione “Bibbiano” che in quella “Sanità”.
“Non c’è che dire” chiosa Bargi “i due partiti che sino a qualche mese fa sembravano agli antipodi, oggi dimostrano di aver sotterrato l’ascia di guerra, per unirsi in un’alleanza volta” a quella che Bargi chiama “lottizzazione delle poltrone cardine dell’amministrazione regionale” definendo il M5S “camerieri del PD”.
La memoria corta è necessaria in politica, soprattutto quando si pratica la politica del grido e non della coerenza, ma ci pare di ricordare che la Lega non sia nuova a giravolte che farebbero impallidire quella di cui accusano oggi il M5S, basterebbe risalire – qualora se ne avesse voglia – alla velocità ed alle ragioni con le quale Umberto Bossi il condannato fondatore del partito di tutte le onestà, tolse la fiducia al primo governo Berlusconi.
(16 settembre 2019)
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