di Redazione Politica
“La legge quadro (rif. sull’Autonomia Differenziata) è sostanzialmente pronta, c’è una discussione aperta nella Bicamerale degli Affari regionali. Ci auguriamo di poter andare in Parlamento con la legge quadro il prima possibile”. Parola di Mariastella Gelmini (cit. Forum Monzani di Modena – Bper Banca, 1 Aprile 2022. Presenti al forum Elena Bonetti, ministra Pari opportunità e Famiglia, e Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna).
Stefano Bonaccini chiama e la ministra Gelmini risponde, proponendo una legge quadro che abbandoni la strada delle singole intese e venga discussa in Parlamento. “Bonaccini sarà soddisfatto, credo, dalla proposta che andremo a formulare insieme”. Afferma la ministra. Ma quanto “feeling”…. E la proposta, a quanto pare, piace a Bonaccini, che approfitta per elargire le sue rassicurazioni: la legge quadro coinvolgerà il Parlamento, offrendo la garanzia di un dibattito democratico e l’occasione di trovare un ragionevole equilibrio, che non spaventi nessuna regione.
Curioso che Bonaccini sostenga il dibattito in parlamento e contemporaneamente respinga ogni confronto democratico in “casa propria”. In Emilia Romagna, il dibattito pubblico sulle autonomie differenziate è di fatto inesistente e la stampa ha steso una cortina di silenzio sull’argomento.
Strano modo di valorizzare le esigenze dei territori: se è vero, come afferma, che questo è il principale motivo della richiesta di autonomie della regione Emilia Romagna, evitare meticolosamente di coinvolgere gli enti locali e la stessa popolazione nelle possibili scelte che cambierebbero radicalmente le loro vite e i loro diritti, in barba alla Costituzione e in spregio a una petizione per il ritiro della richiesta di autonomie differenziate firmata da migliaia di cittadini e presentata in Regione lo scorso 14 Dicembre 2021, è uno strano modo di cominciare. Il suo atteggiamento non lascia più dubbi su cosa accadrebbe se passassero le autonomie differenziate: uno solo deciderà (il Governatore) e gli altri, senza alcuna voce in capitolo, eseguiranno (gli enti locali).
In quanto poi all’ipotetico dibattito parlamentare e al non spaventare le altre regioni, Bonaccini sa benissimo che il problema non sussiste: i parlamentari e gli stessi presidenti delle regioni che sarebbero più colpite dalle ricadute drammatiche delle autonomie differenziate, tacciono complici e i loro concittadini sono tenuti all’oscuro di tutto.
Ma se Bonaccini crede di poter dormire sonni tranquilli finché lo scempio che ha progettato si compia, si sbaglia. Contro il silenzio colpevole della politica e dei media, per i quali la democrazia è sempre cosa buona in casa d’altri, RAE scende in campo con una vera campagna di informazione volta ad accendere il dibattito pubblico e ad organizzare la protesta della società civile contro questo attacco senza precedenti all’unità nazionale, alla Costituzione e ai diritti delle persone. Gli attivisti di RAE stanno già sostenendo battaglie importantissime insieme altre realtà territoriali e nazionali, in particolare a sostegno di quei sindaci che con onestà intellettuale hanno espresso il parere contrario dei loro comuni alle autonomie differenziate. Inoltre, è già pronto un DDL costituzionale di iniziativa popolare (LIP) che metterà il Parlamento di fronte alle sue responsabilità.
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(10 aprile 2022)
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