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E’ una bruttissima storia quella che arriva da Piacenza che mette la parola “fine” ad una inchiesta iniziata nel 2017 su una caserma dei Carabinieri ora posta sotto sequestro, con almeno sei militari arrestati, alcuni già in carcere ed altri agli arresti domiciliari. I reati contestati dalla Procura della Repubblica di Piacenza andrebbero dallo spaccio, all’estorsione fino alla tortura.
Si tratta della caserma di via Caccialupo, lo scrive Repubblica, il cui articolo sottolinea come per la prima volta in Italia una caserma viene messa sotto sequestro. L’indagine avrebbe scoperchiato anni di illegalità. L’inchiesta il neo procuratore della Repubblica Grazia Pradella che tra pochi minuti terrà una conferenza stampa negli uffici della Procura a Piacenza. Sotto la lente reati commessi a partire dal 2017. Tra le ipotesi d’accusa – secondo quanto riportato dal giornale piacentino Libertà ripreso da Repubblica – ci sarebbero anche certificazioni fornite da un carabiniere in modo da consentire a spacciatori piacentini di raggiungere Milano per rifornirsi di droga durante il lockdown.
La Sindaca Barbieri affida i suoi sentimenti a due parole: “Attoniti e sgomenti”. Poi prosegue con un comunicato stampa nel quale poteva risparmiarsi il filoleghismo istituzionalizzato un po’ stantìo del quale è intriso.
“Le notizie riguardanti l’operazione Odysseus lasciano attoniti e sgomenti” scrive Barbieri nel comunicato stampa giunto in redazione “ma l’impegno dell’Autorità giudiziaria, che ringrazio per il prezioso lavoro di inchiesta, è fondamentale proprio per tutelare il ruolo insostituibile dell’Arma dei Carabinieri come presidio di legalità e punto di riferimento per i cittadini”. Con queste parole il sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri commenta l’indagine che coinvolge la caserma Levante di via Caccialupo, esprimendo “la condanna nei confronti di chi, venendo meno ai princìpi fondanti, alla responsabilità e all’etica professionale del proprio Corpo di appartenenza, si è reso protagonista di atti illeciti e inqualificabili, che disonorano l’Arma e i valori che essa da sempre rappresenta. Non dobbiamo permettere – aggiunge Patrizia Barbieri – che l’azione illegale di un nucleo ristretto getti discredito sull’onestà, sulla dedizione e sulla generosità con cui i Carabinieri si spendono ogni giorno, con coraggio e spirito di sacrificio, in nome del bene comune. Ora più che mai, con piena fiducia nella Magistratura, dalle istituzioni deve giungere un appello forte e unitario al rispetto della legge, ma anche un messaggio di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini che indossano la divisa dell’Arma, mettendo a rischio la loro stessa incolumità per proteggere la nostra comunità. A ciascuno di loro va, in questo momento, la nostra profonda e sincera solidarietà”.
Per il procuratore Capo, meno incline alla retorica istituzionale della Sindaca salviniana, si tratta di “Reati impressionanti” i cui illeciti più eclatanti sono stati commessi durante il lockdown. Comportamenti criminali, in quella caserma nulla di lecito”. Un’intercettazione, riportata da Repubblica, parla di “Schiaffoni come in Gomorra”, e descrive i provvedimenti dell’operazione che hanno riguardato in totale 23 persone di cui dieci carabinieri: oltre ai sei arrestati, tre hanno l’obbligo di presentazione alla Polizia (più un agente della Guardia di finanza) e uno l’obbligo di dimora. Nelle trecento pagine di ordinanza, scrive ancora Repubblica, sono descritti anche “arresti completamente falsati e perquisizioni arbitrarie”.
Notizia in aggiornamento (ultimo aggiornamento 22 luglio 2020, ore 20.25)
(22 luglio 2020)
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