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Così la Luczia è tornata a Roma. Parliam de la Borgonzoni, quella che doveva distruggzere Bonacini – che bel’uomo, Bonaczini… che bel’uomo – e che invecze poi cz’è rimasto sul gozzo perché il difetto de gli Emiliani-Romanioli che siam poi noi è che qvando cz’abiam davanti una ciapaquaji (espressione dialettale traducibile letteralmente con “acchiappaquaglie”, laddove si definisce colui o colei che chiacchierano molto e fanno assai meno, nota de La Lurida), cze ne a corgziamo subito.
La Luczia è una che cz’à l’efetto retroativo, czioè è una che quando la vedi in tutto il suo essere inutile sai gzià che cosa farà dopo, czioè gnente di quel che t’à detto.
Noi qua de la gaiaitagliapuntcom lo sapevamo gzià, ve l’avevamo perfino scritto, che la Luczia a Bologna in consillio regzionale non czi stava. Mo’ micca perché czi fa schifo o a Roma prende più soldi – che figurati tè se i leghisti pensano ai soldi – è che la Luczia a fare il capo del oposizzione non sa neanche da che parte comincziare.
Melio stare a Roma che a la fine ti puoi sempre mettere una mallietta per dar la colpa a Bibiano o pure votare contro le inizziative che danno i fondi per lotare contro la violenza su le donne perchè tè sei donna vera; insomma la Luczia a Roma può sempre trovare la maniera di fare qvalcosa di inutile che lo vengono a sapere in pochi. Invecze in Emiglia-Romania se fa una cosa inutile lo vengono a saper tutti.
Che siam brava gzente mo’ siam petegoli.
Czerto farebbe più notizzia e clamore se ne faczesse una gziusta, ma a pensarczi bene l’à gzià fatta gziusta qvando ha perso le e’lezioni.
(28 marzo 2020)
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