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Dai Musei civici di Modena alle Scuderie del Quirinale a Roma, dove sarà esposto alla grande mostra, che inaugura il 16 ottobre e prosegue fino al 20 gennaio 2019. “Atalanta e Meleagro”, dipinto di Michel Desoubleay detto “Michele Desubleo” (Maubege 1602 – Parma 1676) è stato prestato all’esposizione che celebra il bimillenario della morte del poeta Publio Ovidio Nasone, morto in esilio a Tomi, sul Mar Nero, fra il 17 e il 18 d.C.
La mostra presenta al pubblico l’uomo, entrato in conflitto con l’imperatore Augusto per motivi politici e morali, e il poeta, autore di alcune delle più belle pagine della poesia d’amore e del più grande affresco della mitologia classica che l’antichità ci abbia tramandato.
In mostra più di 200 opere che vanno dall’antichità (sculture, rilievi, affreschi, gemme, monete…), al medioevo (esposti alcuni fra i più importanti codici miniati con le illustrazioni dei diversi miti), fino alla grande stagione del Rinascimento e del Barocco, con quadri dei più grandi pittori. È in questa sezione che sarà esposto il dipinto del Desubleo che raffigura l’omaggio di Meleagro all’amata Atalanta, della testa del cinghiale ferito da lei e ucciso dal giovane e i suoi compagni, tra i quali si accenderà una luttuosa disputa. Donato dal commercialista Sernicoli ai Musei civici di Modena, il dipinto appartiene alla prima attività in Italia dell’artista, intento a mediare la formazione fiamminga con le suggestioni di Guido Reni.
“Il tono del dipinto – spiegano ai Musei civici di largo Sant’Agostino – è dato dalla timida ma pur marcata attrazione sensuale che si instaura, sotto lo sguardo dell’ancella, tra i due protagonisti: compiaciuta e fintamente ritrosa la fanciulla, dolcemente sfrontato il giovane cacciatore. Se la fattura smaltata rinvia al primo maestro, non senza il filtro del caravaggismo “in chiaro” praticato a Roma dal fratellastro Regnier, le figure di Atalanta e delle ancelle guardano ai modelli del Reni che fu maestro in grado di accogliere e sollecitare le propensioni autonome degli allievi della sua scuola. Nel coro di voci che la compongono anche Desubleo reca ben presto note originali, tali da assicurargli una notevole fortuna nel campo della pittura ‘da stanza’”.
Michele Desubleo dopo un apprendistato nella bottega di Abraham Janssens, seguì a Roma il fratellastro Nicolas Regnier. Intorno al 1630 passò a Bologna nella bottega di Guido Reni e l’incontro tra il lucido naturalismo conosciuto a Roma nella cerchia di Manfredi e dei caravaggeschi nordici con l’idealismo di Guido connota la sua produzione pittorica, svolta all’insegna di una sorpredente inventiva e qualità.
I Musei civici di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino a Modena sono visitabili gratuitamente da martedì a venerdì dalle 9 alle 12 (con possibilità di apertura pomeridiana per gruppi di minimo 20 persone, su prenotazione); sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; chiusi nei lunedì non festivi.
(13 ottobre 2018)
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