di Daniele Santi
Il problema sono gli stipendi, ma al governo fanno finta di non capire e accusano Landini di volere fare politica come se i sindacati la politica non la facessero da sempre. Sono i soliti per i quali basterebbe brandire un’occupazione mai così alta per fare stare zitti tutti, ma la questione non è l’occupazione, la questione sono gli stipendi. C’è gente che è impiegata a tempo pieno e non riesce a mangiare perché solo per l’affitto spende l’80% del proprio stipendio. Di cosa stanno parlando?
Così queste destre – con Montaruli (condannata in via definitiva, ma ancora in Parlamento) – che accusa Landini di essere ispiratore dei disordini di Torino come se a Torino non ci fossero sempre disordini e non sapessimo da dove arrivano: dalle frange estremiste che tutti chiamiamo di sinistra, ma nessuno di noi sa esattamente da dove provengano e dove vogliano andare oltre il disordine; estremisti che non sono CGIL e non sono ispirati da Salvini nonostante il veleno dell’esponente di Fratelli d’Italia.
“A Bologna siamo in 50mila” ha detto Landini ribadendo che “Le piazze non si precettano” e lanciando un’ulteriore frecciata a Salvini che “precetta per esistere. Di fronte a una piazza Maggiore gremita di scioperanti il leader della CGIL ha ribadito, a margine del suo discorso, che rivolta significa prendersi tutte e tutti la responsabilità di cambiare questo paese proprio nella direzione dei dare maggiore dignità e aumentare gli stipendi a coloro che pur essendo pienamente occupati non ce la fanno a vivere e ai quali non restano che due opzioni: o mangiare poco o andarsene all’estero.
E se nel 1992 le classi più abbienti avevano pensato di avere vinto la guerra con quelle più svantaggiate, se una trentina d’anni di quella che alle destre piace chiamare pace sociale hanno lasciato un segno così profondo che i ricchi sono sempre più ricchi e i più poveri ormai non ce la fanno più, era un’illusione pensare che sarebbero stati zitti in eterno. Questo si contesta. Quel lavoro che non è più sufficiente per vivere, quelle condizioni economico-sociali che non consentono nemmeno più di curarsi o comprare le medicine. Per questo bisogna ridare voce a chi non ce la fa più dopo trent’anni di rincretinimento politico e televisivo. Che poi i leader sindacali siano sgraditi a Salvini e al governo non è nemmeno una novità.
(29 novembre 2024)
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