di Alfredo Falletti
La vicenda che ha condotto alla morte il giornalista Franco Di Mare contiene materiale idoneo ad aprire molteplici indagini da parte della magistratura così come autentici j’accuse senza riserve nei confronti del sistema politico, di quello affaristico e del delinquenziale organizzato, ma la diffusa impunità mista a immunità istituzionale garantirà che ciascun elemento di indagine giacerà sotto una fredda lapide di silenzio impenetrabile come il cemento armato.
Ma una considerazione si può fare senza necessità che la sua fondatezza debba essere costretta a superare i “Cavalli di Frisia” dell’omertà e del garantismo autoreferenziale a protezione del sistema: di guerra si continua a morire ben oltre i trattati di pace e le celebrazioni di vittoria.
A causa dell’utilizzo di armi e materiali proibite dalle Convenzioni internazionali quali uranio impoverito, gas nervini, bombe al fosforo bianco si è continuato a morire per decenni fin da Hiroshima e Nagasaki in cui si sperimentò la bomba atomica in uno scenario di guerra; si è continuato a morire dopo la fine della guerra del Vietnam e così come dopo l’Iraq e l’Afganisthan per fare solo qualche esempio. E anche dopo la sporca guerra nella ex Jugoslavia, nella quale l’Italia ha avuto una significativa e attiva partecipazione si continua a morire e vittime sono militari che erano dislocati in quell’area e civili ivi presenti che sono morti dopo anni sfibranti trascorsi alla ricerca del riconoscimento della causa di servizio che consentisse loro di avere qualche probabilità di ottenere le costosissime cure necessarie per sperare in qualche po’ di vita in più.
Tra loro c’era il giornalista Franco Di Mare che ne ha condiviso il destino nel silenzio infame di tutti coloro che aveva intorno compresa quella Rai che in quelle zone ammorbate da uranio impoverito lo ha spedito e che lo ha lasciato in un’angosciante solitudine con la malattia e con la morte.
La sua ultima intervista rilasciata a Fabio Fazio è il più assordante atto di accusa che si sia sentito su questa problematica perché contiene le urla di tutti gli innocenti uccisi da quella morte silenziosa della quale il sistema rifiuta la paternità.
(18 maggio 2024)
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