di G.G., #Modena twitter@gaiaitaliacomlo #migranti
Il comunicato stampa, lo leggerete in parte di seguito, “cola buonismo”, insopportabile buonismo, ad ogni virgola e celebra una Modena che non c’è e che continua la propria narrazione di città aperta ed accogliente, quando non è né aperta né accogliente, ma soltanto opportunista. Pronta a qualsiasi operazione politica serva allo scopo di venderla come aperta ed accogliente ai suoi cittadini, troppo tronfi per accorgersene, ma soprattutto all’esterno.
Vittime designate della propaganda buonista della grassa cittadina emiliana sono “i ragazzi nati in Italia nel 2007 da famiglie straniere e residenti in città ai quali il Sindaco Muzzarelli e la presidente Maletti” hanno regalato la cittadinanza onoraria in attesa della legge di cittadinanza, quella che chiamano ius soli e che solleva scandali e ire furibonde nelle destre italiane. La cittadinanza onoraria, va detto con chiarezza, a questi bambini nati nel 2007 non servirà a nulla senza una legge nazionale.
Il politicamente buonista comunicato stampa mette poi in fila i nomi: “Aboubacar, Madison, Chenhao, Zilan, Taras, Moses” e cita poi altri “180 bambini dai nomi esotici” [sic] “ma non solo, tra loro” perché “ci sono anche Sofia e Stella, sono nati in Italia dieci anni fa da famiglie straniere provenienti dai diversi continenti, studiano nelle scuole di Modena e da oggi, almeno simbolicamente, sono modenesi a tutti gli effetti”, una rara fortuna, sembrano dirci le autorità che fanno regali simbolici che all’atto pratico non servono a nulla, ma riempiono i giornali e tengono occupati gli addetti stampa. E tutti i gatti miao.
L’inutile cerimonia si è tenuta al Forum Monzani di Modena. Grandi Dispensatori della cittadinanza onoraria il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e la presidente del Consiglio comunale Francesca Maletti. Con loro l’assessore alla Scuola Gianpietro Cavazza e il presidente dell’Unicef di Modena Lorenzo Lughetti tutti insieme appassionatamente a famigliari, compagni di classe ed insegnanti. Un esercito di persone per una cerimonia che, all’atto pratico, non servirà a nulla se non a fare belli i soliti noti che potranno spendere un’altra delle loro finte operazioni di inclusività per fingere che la grassa Modena, grassa non solo nelle esse ma anche nello spazio che pretende di occupare, sia ciò che non è. Cioè una città aperta e tollerante quando profondamente, in quel cuore che la sua politica vende come buono ma la cui parte oscura tiene gelosamente nascosta, è in realtà chiusa, provinciale, profondamente razzista e ancor più profondamente ignorante nelle sue ingenue manifestazioni di “accoglienza” che crede significhi giocare con le finte cittadinanze che non servono nemmeno ai nuovi cittadini; un loculo al quale piacciono gli attestati di “grande valore simbolico”, citiamo ancora il comunicato stampa, che intendono “essere innanzitutto un gesto di accoglienza, affetto e fiducia da parte di una città che vuole rimanere aperta e investire sulle nuove generazioni” ed essere una “sollecitazione al Parlamento affinché approvi la nuova legge sulla cittadinanza, il cosiddetto “Ius soli” che supera il criterio della sola discendenza biologica per considerare invece un criterio culturale, l’aver compiuto un ciclo di studi in Italia”.
Capito cos’è la cittadinanza onoraria di Modena la Buonista? Un laboratorio politico sulla pelle degli altri grazie al quale, e grazie alle discutibili iniziative che l’amministrazione comunale mette in campo a questo proposito senza tenere in considerazione i veri sentimenti della cittadinanza, tutto l’impianto miseramente il suo compito.
Così da un lato avremo l’amministrazione comunale che si fa il maquillage per sembrare più bella di quanto non sia, e dall’altra i cittadini che ignorano le realtà migranti stanziali considerandole sempre qualcosa di “esotico” come lo stantìo ed insopportabilmente retorico-buonista comunicato giunto in redazione non perde occasione di sottolineare quasi che i modenesi (son permalosi, tra le altre cose, su Twitter son furiosi per questo articolo…) che chiamano gli stranieri “tunca” – quando va bene -non esistessero.
(26 novembre 2017)
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