di La Lurida twitter@LaLurida
Mi sono guardata in’torno in qvesti gziorni che non cz’avevo una beata minchia (che Gugol czi perdoni, me l’ha detto il Capo di scriverlo) da fare – se czi legzete il doppio senso è per chè cz’è! – e mi son letta dei gziornali, ho dato un ochiata a la Gaiaitaglia punto com, ho guardato Skai che cz’han de le ‘nunziatriczi che parlan peggzio di mè, insomma mi son informata, che poi lo facczio sempre per ché travesta e discriminata va bene, mo’ sema e incolta no!, e son rimasta lì un po’ basita per chè suczede de la roba in qvesto mondo qva che non cz’ha micca un senso.
In tanto quela storia lì dei parlamentari che i no-vax (che son quelli contro i vacczini, io che pensavo che “vax” era un plurale strano di “vacche”, pensate voi, che poi son quelle dei mercati che fan a la Camera dei Deputati, dove fan le pegziori de-puta-nate) li avevan agrediti, czi avevan tirato dei cancheri, czi avevan sputato a’dosso, tutto per chè avevan votato a favore dei vaczini che poi non era vero gnente che li avevan pichiati e poi era vero e poi no e poi avev han (non scrivon così sui soczial?) parlato i leghisti che loro di balle ne san più dei grilini e dopo non ne ha parlato più nesuno, insomma non si sa cosa è suczesso… Insomma quela storia lì più quele altre czi devon far pensare per ché.
A capo (per chè io scrivo come mi pare).
Son cresiuta che cz’era la gzente che andava a luniv’ersità che era tutta contenta che imparava, che sapeva de le cose, che si miliorava, diczevano; che cz’eran le lezioni di este tica che le faczeva Umberto Eco a Bologna… Che cz’eran de le volte che m’infiltravo con la mia amica la Lucziana – lei cz’aveva la passera bioligzica e l’amica trave, era avantiiiiiisimo la Lucziana – che ‘scoltare quel l’uomo lì era un piaczere qvasi orgasmico che sapeva tutto e ti riempiva di conosenza, poi se cz’avevi del culo cz’incontravi anche Pier Vitorio, Tondelli, a luniversit’à (l’aczento lo metto dove mi pare, perché se i czinque stelle sono in parlamento, alora io posso scrivere come mi pare) che era gzià famoso che aveva scritto “Altri Libertini” e parlava di uczello e di ghèi come se lui fosse stato il primo, e alora io mi sentivo ‘mportante perché andavo a la uni con la Lucziana, ‘scoltavo l’Umberto e incontravo Tondelli.
E d’atorno a tutta que la roba lì cz’era tutto un fermento, che czi si sentiva importanti che si sapevan le cose, le lingue, e la storia de la lettera tura, si ‘scoltavan le conferenze, czi si davan gli sganasoni coi fasisti – che di gziorno ti chiamavan aborto e scherzo de la natura e ti riempivan di botte e di notte ti s’infilavan nel letto… Son pasati quarant’anni e sono ancora ugvali, matachioni! – e ‘rivavi a sera che sentivi che qvalcosa l’avevi tirato sù. Ecco…
Pensavo proprio a que la roba lì mentre ‘scoltavo de la gzente che non mette in fila nemeno un verbo, o un pensiero deczente, non dico micca sensato, dico deczente; che son persi dentro le sie chimiche, i discorsi della dinastia casa leggzio e s’ascoltan le frantumazzioni di maroni della Raggzi e di quel’altra di Torino che si chiama come una parte de larma’dio di casa mia; pensavo proprio a questo… (Se Di Maio è viczepresidente de la Camera io con la puntegziatura facczio qvello che mi pare)…
Così che mi è venuto da pensare questo pensiero inoczente: voialtri ‘gnoranti come le suole de le scarpe di corame* (*cuoio, per i non emiliani), che non sapete nemeno distinguere un sedere nudo da una ‘lbicocca, posibile che solo per chè cz’è qualcuno peggzio di voi che vi mette un “mi piacz”e su una roba che non esiste e che non serve a nesuno, solo al suo capo, vi siete convinti che siete anche furbi e cz’avete un pensiero?
Scusate, mo’ quando tutti qvesti ‘gnoranti che non san nemeno scrivere (e qvi ‘riveranno quelli che mi dicono “Sè, per chè tè scrivi bene?”, per ché dopo trè anni non se ne son micca acorti che scrivo così a posta, bélini…) saran ‘rivati tutti in parlamento per chè qvegli altri son de le bestie e dei corotti – dicono loro – cosa suczederà dato che non son nemeno capaczi di capire qvel che leggono?
Ecco mi chiedevo que la cosa lì, mentre mi faczevo i miei che non cz’avevo una beata minchia (che Gugol czi perdoni, me l’ha detto il Capo di scriverlo) da fare – se czi legzete il doppio senso è per chè cz’è! – e mi son letta dei gziornali, ho dato un ochiata a la Gaiaitaglia punto com, ho guardato Skai che cz’han de le ‘nunziatriczi che parlan peggzio di mè… E pensavo anche che meno male che tra un po’ son poi gzià morta, e saran tutti afari vostri. Con tanti avguri. Per chè quello che ha fatto Maduro in Venezzuela è propprio figlio di qvella scuvola lì…
(31 luglio 2017)
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